Il 4 Maggio a Firenze un presidio per dire no alla base militare, né a Coltano né altrove. Là, dove si incontreranno rappresentanti del Governo, Arma dei Carabinieri, Regione Toscana e Comune di Pisa.
Da Coltano si è estesa a tutta Pisa e ai territori della regione una forte mobilitazione che sta mettendo insieme agricoltor* e allevator*, cittadini e cittadine, movimenti di lavoratrici e lavoratori, organizzazioni politiche, associazioni e movimenti pacifisti, antimilitaristi, femministi, ambientalisti, comitati di quartiere, sindacati, collettivi studenteschi. Tutti stanno collaborando per un obiettivo preciso: bloccare il progetto, far ritirare il Decreto del Presidente Draghi.
73 ettari, 440.000 metri cubi di edificato, 190 milioni di euro. Un vero mostro di cemento armato nella già intollerabilmente cementificata Piana Pisana, dentro i confini di un parco naturale regionale tra i più importanti d’Italia, su preziosi terreni oggi consacrati all’agricoltura biologica. Il tutto in un silenzio tombale condiviso da parte di tutte le forze politiche che governano a livello nazionale, regionale e locale. Il presidente della Regione Giani ha tenuto nascosto questo progetto per un anno, a dimostrazione che le cittadine e i cittadini, chi vive e lavora su quei terreni, chi paga le conseguenze di scelte così costose e impattanti non hanno per lui alcun diritto. Anzi: non esistono.
Il progetto della mega-base di Coltano è un esemplare concentrato dei caratteri più iniqui e devastanti di un modello di sviluppo che devasta il territorio e le comunità, per fare di Pisa una delle più grandi piattaforme logistiche per la guerra a livello internazionale. E’ un tassello fondamentale che si aggiunge all’aeroporto militare e a Camp Darby. Dire no a un’opera dall’impatto ambientale e sociale così violento non è solo possibile: è necessario. Nel Parco di Migliarino – San Rossore -Massacciuccoli, nella Piana Pisana, ovunque.
190 milioni devono essere destinati alla giustizia sociale, ai consultori e ai centri antiviolenza, alle scuole e alla crescita civile e culturale delle comunità, delle bambine e dei bambini, all’ambiente, al benessere collettivo, al lavoro, alla pace. Questa è la vera sfida per l’oggi e per il futuro. Per questo facciamo un appello a partecipare con noi al presidio che si terrà il 4 maggio a Firenze durante l’incontro. No alla base militare, né a Coltano né altrove.
Mercoledì 4 maggio alle 10:00 davanti alla caserma Baldissera, Lungarno Guglielmo Pecori Giraldi, 4 (Firenze) per dire no a nuove basi militari, né a Coltano né altrove
Il 25 aprile è una giornata a cui tutte e tutti noi assegniamo particolare importanza. Una giornata, inutile dirlo, in cui ricordiamo uno dei passaggi più importanti della nostra storia. Una giornata in cui ribadiamo con forza che i valori di chi ha liberato l’Italia sono i valori alla base della nostra Costituzione. Valori che hanno bisogno di una continua, costante, riattualizzazione.
Quest’anno, il 25 aprile si tinge dei colori della pace, ricordando ovunque che l’Italia ripudia la guerra e nessuna iniziativa e posizione politica che si discosti da questo assunto è accettabile, alla luce della nostra storia e della nostra Costituzione.
Sono molte le iniziative organizzate in provincia di Firenze in occasione di questo 25 aprile e noi, compagne e compagni di Rifondazione Comunista – SE Firenze, vi parteciperemo su tutto il territorio. Qui di seguito un elenco (in aggiornamento):
Firenze: 25 Aprile in Piazza Santo Spirito
Anche quest’anno Rifondazione Comunista parteciperà alla giornata organizzata da Firenze Antifascista in Piazza Santo Spirito. Dalle ore 14:30 saremo presenti, assieme a molti altre organizzazioni della sinistra fiorentina, per la storica iniziativa organizzata a Firenze in occasione della Liberazione per una giornata con banchini informativi, interventi, musica e tanto antifascismo!
Il Circolo di Rifredi parteciperà alla deposizione di una corona d’alloro all’S.M.S di Rifredi (ore 10:30) e al cippo situato in Piazza Dalmazia. Il pomeriggio le compagne e i compagni prenderanno parte, assieme alla Sezione ANPI di Rifredi, alla camminata organizzata da Quartiere 5.
La mattina del 25 aprile vedrà le compagne e i compagni del circolo di Firenze Sud partecipare alla cerimonia per la Liberazione organizzata dal Quartiere 3. L’appuntamento è alle ore 8:15 in piazza Elia della Costa.
La sezione ANPI di Bagno a Ripoli, in occasione di questo 25 aprile, organizza due interessanti iniziative sul territorio, a cui si uniranno le compagne e i compagni del nostro circolo. Domenica 24 aprile si terrà una Camminata della memoria fino a Pian d’Albero, nei luoghi che videro in azione la Brigata Sinigaglia (qui il volantino). Lunedì 25 aprile l’appuntamento è invece alle 17:00 al Circolo dell’Antella per la proiezione di un documentario su Sant’Anna di Stazzema e la lettura di testi a cura di Daniele Torrini (qui il volantino).
Barberino di Mugello
Il Circolo Mugello Ovest prenderà parte alle iniziative organizzate dalla sezione ANPI di Barberino di Mugello. Oltre alle attività previste per la giornata del 25 aprile, sono previste iniziative anche nei giorni a cavallo della Liberazione.
Le compagne e i compagni del circolo di Borgo San Lorenzo parteciperanno alle iniziative organizzate dalla sezione ANPI locale. Dopo le iniziative istituzionali e il corteo, si terrà un pranzo resistente presso Proforma (via Sacco e Vanzetti, Borgo San Lorenzo).
Il Circolo di Campi Bisenzio il giorno del 25 parteciperà, la mattina presto, alle iniziative istituzionali organizzate assieme alla sezione ANPI di Campi Bisenzio. In seguito, come tutti gli anni, le compagne e i compagni si ritroveranno per salire assieme a Valibona, fino al Memoriale. Appuntamento alle ore 10:00 al tiro al piattello alle Croci (via Montemaggiore). Sarà organizzato il pranzo all’aperto, a cura del Circolo Arci di Carraia e dalla Misericordia di Calenzano. Alle 14.30 partirà una camminata con visita guidata alle forme di carsismo superficiale della Calvana e alle alle15:00 si terrà il reading teatrale “Un giorno di Fuoco – le parole di Beppe Fenoglio incontrano la musica del Consorzio Suonatori Indipendenti”, grazie alle letture di Lorenzo Degl’Innocenti e alla musica degli Infedeli alla Linea. Dalle ore 16:00 “Merenda della Liberazione” presso Circolo ARCI Le Croci.
Anche a Sesto Fiorentino le compagne e i compagni parteciperanno, assieme alla sezione ANPI locale, alle celebrazioni ufficiali organizzate in occasione della Festa della Liberazione.
Le compagne e i compagni del circolo Empolese Valdelsa il 25 aprile parteciperanno la mattina alle iniziative istituzionali promosse dal Comune di Empoli, con il corteo cittadino (qui il volantino). A pranzo, aderiscono all’iniziativa dell’ANPI della zona che promuove tre pranzi resistenti in tre diversi circoli ARCI. Il nostro circolo sarà presente, anche come supporto, al pranzo organizzato al Circolo ARCI di Santa Maria: appuntamento alle ore 13:00 in via Livornese 18 a Empoli (qui maggiori informazioni). Il pomeriggio saremo invece presenti a Serravalle Resistente, per la consueta merenda partigiana: dalle 12:00 presso il Parco di Serravalle banchini informativi, musica e antifascismo.
Chianti
La sezione ANPI di Mercatale – Val di Pesa, in occasione della giornata del 25 aprile, organizza una Camminata della Memoria per partecipare alle celebrazioni nel capoluogo e presso i ceppi e le tombe dei caduti. Le compagne e i compagni del circolo di Rifondazione del Chianti prenderanno parte alla giornata.
Sabato 16 aprile anche la federazione di Firenze del Partito di Rifondazione Comunista – SE scenderà in piazza, partecipando ai due appuntamenti indetti in seguito all’episodio di violenza ai danni di un lavoratore senegalese avvenuto la scorsa settimana.
Per l’ennesima volta, nella Firenze città vetrina a dimensione di turista, in cui ogni elemento che non risponde alla logica del decoro imposta da chi governa la città viene spazzato via come elemento di degrado, il tentativo da parte delle autorità di mantenere questo “ordine fittizio” è sfociato in un episodio di violenza ad opera di agenti del reparto antidegrado della Pulizia Municipale.
Il tentativo di imporre ordine e sicurezza a suon di decreti, allontanamenti forzati e DASPO non può che avere come risultato episodi come quello della scorsa settimana, che spesso vedono vittima le persone più deboli, che non rispondono all’idea di ordine pensato per la “vetrina” di Firenze. Il risultato? Una città finta, cara, inaccessibile alle stesse persone che la abitano e che ci lavorano.
Saremo quindi in piazza sabato 16 aprile, ai due appuntamenti indetti per la giornata: la mattina alle 10:30 in Piazza Indipendenza con la comunità senegalese e il pomeriggio, alle 15:30 al Ponte Vespucci con Firenze Antifascista e le altre forze che hanno aderito. In solidarietà al lavoratore vittima dell’ennesimo episodio di violenza che vede coinvolto un membro della comunità senegalese a Firenze ma anche per chiedere lo scioglimento del reparto antidegrado della Polizia Municipale e per una città finalmente libera da quest’insulsa idea di decoro, che torni ad essere vissuta e accessibile a tutte e tutti!
Riportiamo qui di seguito la piattaforma della manifestazione di Firenze Antifascista
Basta abusi in divisa! Sciogliere le squadre antidegrado dello sceriffo Nardella! Firenze contro il razzismo, violenza della polizia, sgomberi, sfratti e repressione, il “decoro” di PD e Nardella: non è questa la città che vogliamo!
Sabato 16 aprile ore 15.30, Ponte Vespucci, la Firenze Antifascista scende in piazza!
L’Appello pubblico per una manifestazione cittadina.
PER QUESTO… Nella Firenze in cui attorno alla “cultura del decoro” è stata costruita la retorica sulla sicurezza l’azione di alcune unità speciali, come il reparto “antidegrado” della municipale (!) non può sfociare in altro che in abusi e violenza. È successo alla stazione qualche anno fa. È successo la settimana scorsa a pochi metri da Ponte Vecchio. È solo questione di quando si ripeterà, non del se si ripeterà. Chiedere lo scioglimento di questo reparto non risolve il problema della deriva securitaria e “antidegrado” ma è una prima rivendicazione. Se anche questa volta ad essere stato colpito è un lavoratore senegalese la questione va ben oltre.
PER ALTRO… Con la retorica del decoro si esercita politica classista e repressiva rispetto a ciò che risulta incompatibile: tra Daspo urbani e zone rosse, fino alla recentissima istituzione del “MiniDaspo” di 48 ore, la repressione è sempre più legata alla volontà di “ripulire” lo spazio pubblico da tutto ciò che non è in linea con il modello della città vetrina, ad uso e consumo di chi se la può permettere. Aumento degli affitti, sfratti, svendita del patrimonio pubblico e abitativo, privatizzazione delle piazze, spazi pubblici ad uso e consumo di “clienti” e non di “abitanti” è un modello di città classista, a cui opporre resistenza e contro cui combattere. Il risultato di questo livello repressivo è un progressivo incremento della militarizzazione degli spazi, soprattutto in centro dove ormai è impossibile percorrere più di qualche decina di metri senza incontrare una divisa, il tutto accompagnato da una retorica di “legalità” e “sicurezza”. La stessa campagna contro gli spazi sociali occupati va in questo senso. Ma cos’è davvero la sicurezza? Sicurezza per chi? E come la si costruisce? Un quartiere, una piazza, una via vissuta e con legami di solidarietà è più “sicura” di un quartiere, una piazza, una via vuoti.
PER TUTTO… Questo contesto è il risultato di precise scelte politiche per cui, la sempre maggiore arbitrarietà concessa alle istituzioni cittadine in materia di “ordine e sicurezza” produce una serie di provvedimenti e ordinanze che restringono sempre di più il campo delle libertà individuali e collettive. La necessità di stretta repressiva è direttamente connessa all’aggravamento generale delle condizioni di vita come diretta conseguenza delle politiche del Pd, che fa la guerra sul fronte esterno inviando armi all’ucraina e sanzioni alla Russia e sul fronte interno. La manifestazione di sabato 16 aprile parte necessariamente dalla solidarietà al lavoratore senegalese aggredito dalla squadretta antidegrado e dalla necessità di scioglimento di quel reparto. Da quel “particolare” guarda però al “generale” e alla volontà di creare le condizioni perché si inizi ad imporre l’idea di una città diversa. Una città che rifugga l’idea di uno spazio urbano gestito ad uso e consumo del profitto e della rendita dove la “sicurezza” sia elemento di difesa di questi interessi e offesa verso chi li mette in discussioni. Una città che rifiuti e di opponga a privatizzazioni, sgomberi, sfratti, delocalizzazioni e sfruttamento a cui contrapporre l’elemento della solidarietà come motore di trasformazione delle relazioni e della gestione dello spazio urbano. La manifestazione arriverà sotto le finestre di Palazzo Vecchio perché nessuno deve provare a giocarsi la solita carta delle “mele marce”. Noi non dimentichiamo le foto segnaletiche dei lavoratori senegalesi in San Lorenzo che hanno preceduto la strage di Piazza Dalmazia ad opera di Casseri di CasaPound. Non dimentichiamo le altre azioni squadriste del reparto antidegrado contro tutti gli “incompatibili” di questa città. Tutto questo ha un mandante che siede in Palazzo Vecchio. Ad essere marcio è tutto l’albero.
L’accordo sull’integrazione al contratto con gli allevatori, scaduto a fine marzo, dovrebbe essere rivisto in meglio. Le istituzioni confermino le rassicurazioni avute nella commissione del Comune di Firenze.
A fine marzo è scaduto l’accordo di Newlat con le realtà locali del Mugello impegnate nella produzione di latte, per cui si era prevista un’integrazione ai contratti di 3 centesimi per litro, un intervento non risolutivo, ma che era importante fosse confermato. In Commissione Controllo del Comune di Firenze, ieri, la società che controlla la centrale del latte ha riferito che si sta lavorando con la Regione Toscana per rinnovare in positivo il supporto alle realtà del territorio, ipotizzando un incremento a questa integrazione.
“Le notizie riportate dai consiglieri della sinistra fiorentina ci rassicurano, ma fino ad un certo punto. Chiediamo un impegno straordinario alle istituzioni, regione in testa, per confermare, ampliare e rendere strutturale un incremento del prezzo alla stalla per gli allevatori mugellani” afferma Enrico Carpini, Consigliere Città Metropolitana di Firenze gruppo Territori – Beni Comuni.
In una fase di aumento dei costi c’è da temere che sarà comunque insufficiente, ma è fondamentale avere conferme e rassicurazioni da parte delle istituzioni. Stiamo parlando di un tessuto economico importante per tutta l’area metropolitana, di posti di lavoro e della vita delle persone. Ci aspettiamo delle conferme alle frasi di Newlat e soprattutto che dalle istituzioni interessate si sappiano fornire i necessari dettagli.
Enrico Carpini, Consigliere Città Metropolitana di Firenze gruppo Territori – Beni Comuni Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, Consiglieri Comune di Firenze gruppo Sinistra Progetto Comune
Condanniamo fermamente l’aggressione della Russia all’Ucraina, che porta morte, distruzione e sofferenze alla popolazione civile, e che non può trovare giustificazione alcuna.
Riteniamo grave e sbagliata la decisione del Governo e del Parlamento italiani per l’invio di aiuti militari, in netto contrasto con l’art.11 della nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e di risoluzione delle controversie internazionali”. L’invio di armi in Ucraina espone il nostro Paese a un grave rischio, ponendolo in una condizione di possibile cobelligeranza, che nell’escalation potrebbe comportare pericoli devastanti, data la presenza di testate nucleari nelle basi NATO italiane. Non stiamo difendendo i valori della democrazia: la guerra nasce dalla lotta per il predominio economico e per il controllo delle fonti energetiche. Esprimiamo netta contrarietà a qualsiasi aumento delle spese militari che invece devono essere drasticamente ridotte.
Condanniamo la posizione dell’Europa, che invece di adoperarsi per una soluzione del conflitto alza il livello dello scontro inviando truppe e armamenti nella zona di guerra.
Siamo fermamente contrari all’espansione ad est della NATO, così come convenuto subito dopo la caduta dell’URSS e la fine del Patto di Varsavia. Occorre invece sciogliere la NATO portatrice di tensioni e di conflitti in Europa come in altre parti del mondo.
Denunciamo i gravissimi danni sociali ed ambientali della guerra, già da otto anni causa del forte inquinamento dei terreni agricoli in Donbass, danni che si moltiplicheranno soprattutto per i paesi con forte dipendenza energetica come il nostro, in cui Draghi parla addirittura di riapertura delle centrali a carbone.
Chiediamo:
l’immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe dall’Ucraina
la ripresa di trattative, a partire dagli accordi mai rispettati di Minsk del 2014, che prevedevano l’impegno dell’Ucraina a garantire maggiore autonomia alle regioni di Doneck e Lugansk. Al contrario, i governi che si sono succeduti in Ucraina, compreso l’attuale, hanno fomentato il conflitto in Donbass con la crescita di gruppi nazionalisti di destra e formazioni neonaziste.
una soluzione diplomatica del conflitto che garantisca la sicurezza di tutte le parti
che l’Europa eserciti ogni sforzo per arrivare a soluzioni politiche e non invii aiuti militari
protezione, assistenza, diritti a tutte le popolazioni colpite dalla guerra, senza distinzione di lingua cultura, e generi, con particolare riferimento alla comunità LGBTQIA+ Ucraina, accoglienza per tutti i profughi
neutralità e smilitarizzazione dell’Ucraina, che deve stare fuori dalla NATO nello scontro tra potenze atomiche. Sì alla sicurezza condivisa. Sì al disarmo
un’Europa senza armi nucleari dall’Atlantico agli Urali
il ritiro di formazioni armate straniere, milizie armate e mercenari stranieri dalla zona di conflitto
Il prezzo di questa guerra, anche in termini economici, verrà pagato dalle popolazioni di tutta Europa. Le cittadine e i cittadini italiani pagheranno l’aumento degli investimenti in armi con una ulteriore penalizzazione dei servizi essenziali (sanità, scuola, trasporti) e con aumenti insostenibili del costo della vita.
L’intensificarsi dello scontro armato porterà profitti enormi solo all’industria bellica
Fermiamo la guerra in Ucraina, fermiamo tutte le guerre nel mondo!
Sabato 2 aprile 2022 ore 10.30-12.00 presidio sul Ponte Santa Trinita
La giornata del 26 marzo è stata una boccata d’ossigeno. Le vie della nostra città si sono riempite di bandiere rosse, di compagne e compagni da tutta Italia, che al grido di “Insorgiamo!” hanno raccolto l’appello del Collettivo di Fabbrica GKN.
Lavoratrici e lavoratori, precarie e precari, persone che hanno perso il lavoro, cittadine e cittadine che chiedono pace, che rivendicano diritti, sanità per tutte e tutti e salari decenti. Tutte queste lotte, tutte queste rivendicazioni sono state portate in piazza con forza e gioia, creando una “convergenza” a cui hanno partecipato in migliaia.
Ringraziamo il Collettivo di Fabbrica, tutte le organizzazioni che hanno reso possibile a questa giornata e le compagne e i compagni, tra cui moltissime e moltissime del Partito della Rifondazione Comunista – SE, che sono arrivate da tutta Italia.
Condanniamo fermamente l’aggressione della Russia all’Ucraina, che porta morte, distruzione e sofferenze alla popolazione civile, e che non può trovare giustificazione alcuna.
Siamo fermamente contrari a qualunque espansione della NATO, che provoca tensioni e conflitti in Europa come in altre parti del mondo; la NATO ha continuato ad allargarsi verso l’est Europa nonostante gli accordi presi dopo la fine del Patto di Varsavia
Riteniamo inaccettabile la decisione del Governo e del Parlamento italiani per l’invio di aiuti militari, in netto contrasto con l’art.11 della nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e di risoluzione delle controversie internazionali”. L’invio di armi in Ucraina espone il nostro Paese a un grave rischio, ponendolo in una condizione di possibile cobelligeranza, che nell’escalation potrebbe comportare pericoli devastanti, data la presenza di testate nucleari nelle basi NATO italiane.
Condanniamo la posizione dell’Unione Europea, che invece di adoperarsi per una soluzione del conflitto alza il livello dello scontro inviando truppe e armamenti nella zona di guerra.
Denunciamo i gravissimi danni ambientali della guerra, già da otto anni causa del forte inquinamento dei terreni agricoli in Donbass, danni che si moltiplicheranno soprattutto per i paesi con forte dipendenza energetica come il nostro, in cui Draghi parla addirittura di riapertura delle centrali a carbone.
Chiediamo:
l’immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe dall’Ucraina
la ripresa di trattative, a partire dagli accordi mai rispettati di Minsk del 2014, che prevedevano l’impegno dell’Ucraina a garantire l’autonomia delle regioni di Doneck e Lugansk e la tutela della popolazione russofona
una soluzione diplomatica del conflitto nel contesto e con la presenza di organismi internazionali, che garantiscano la sicurezza di tutte le parti e l’autodeterminazione di tutte le popolazioni coinvolte
che l’Unione Europea eserciti ogni sforzo per realizzare una vera trattativa tra le parti, e non invii aiuti militari
protezione, assistenza, diritti alla popolazione di tutta l’Ucraina, senza distinzione di lingua cultura e generi, con particolare attenzione alla comunità LGBTQIA+ Ucraina. Accoglienza per i profughi di tutte le guerre, senza distinzione di nazionalità
sicurezza condivisa e disarmo come uniche soluzioni alla guerra
un’Europa senza armi nucleari dall’Atlantico agli Urali
il ritiro di formazioni armate straniere, milizie armate e mercenari stranieri dalla zona di conflitto
Il prezzo di questa guerra, anche in termini economici, verrà pagato dalle popolazioni di tutta Europa. Le cittadine e i cittadini italiani pagheranno l’aumento degli investimenti in armi con una ulteriore penalizzazione dei servizi essenziali (sanità, scuola, trasporti) e con aumenti insostenibili del costo della vita.
L’intensificarsi dello scontro armato porterà profitti enormi solo all’industria bellica.
Fermiamo la guerra in Ucraina Fermiamo tutte le guerre nel mondo
Manifestiamo in corteo a Firenze: venerdì 11 marzo ore 17:30 in piazza Santissima Annunziata
Come donne e uomini di pace vogliamo manifestare la nostra vicinanza alle popolazioni civili, vere vittime del conflitto in corso. La condanna dell’invasione russa è totale perché non ha cercato soluzioni negoziate e persegue una visione imperialistica. In un momento così delicato, con una guerra che rischia di produrre un’escalation senza precedenti, sarebbe però un errore gravissimo schierarsi in modo acritico, vista la sconsiderata politica di allargamento ad est che la NATO ha perseguito negli ultimi due decenni, destabilizzando pericolosamente i precedenti equilibri.
Ora occorre una mobilitazione decisa contro la guerra. È necessario che tanto l’Italia quanto l’intera Europa intervengano per un immediato cessate il fuoco e per riportare la diplomazia a lavorare ad una soluzione del conflitto. L’Italia nella sua Costituzione ripudia la guerra come soluzione delle controversie internazionali e questa indicazione deve essere alla base dell’operato del nostro paese in questa situazione di crisi umanitaria.
La pace si costruisce perseguendo il dialogo e ricercando le condizioni che la possano garantire anche attraverso la disponibilità a rivedere alleanze militari o l’applicazione di accordi come quello di Minsk riconosciuto dalla Comunità Internazionale. Serve quindi che il nostro Paese prenda le distanze da qualsiasi posizione contraria ad un vero processo di pace, rifiutando un conflitto che, come al solito, si alimenta di interessi economici e geopolitici e schiaccia diritti e vite umane.
Per questo facciamo appello a tutti coloro che anche sul territorio del Mugello vogliono costruire un vero movimento che chieda la fine della guerra e la ricerca di negoziati diplomatici per rimuovere ogni ostacolo alla costruzione di una pace duratura. L’Europa e il nostro paese si facciano inoltre carico di accogliere coloro che fuggono da questa e da altre guerre in un doveroso slancio umanitario che rispetti il diritto di questi uomini, donne e bambini a vivere in pace guardando con speranza al futuro.
Aderisci alla pace. Sottoscrivi l’appello scrivendo a mugelloperlapace@gmail.com
Simona Baldanzi, scrittrice Massimo Rossi, giornalista Pietro Cardelli Daniele Bianchini, giornalista Caterina Corti, consigliera comunale Scarperia-San Piero a Sieve Tatiana Bertini, consigliera comunale Scarperia-San Piero a Sieve Lorenzo Verdi, consigliere comunale Borgo San Lorenzo Leonardo Romagnoli, consigliere comunale Borgo San Lorenzo Enrico Carpini, consigliere comunale Barberino di Mugello/consigliere metropolitano Paola Nardi, consigliera comunale Barberino di Mugello Stefano Berni, consigliere comunale Barberino di Mugello Emiliano Salsetta, consigliere comunale Vicchio Lorenzo Banchi, consigliere comunale Vicchio Hanno aderito inoltre le liste civiche LiberaMente a sinistra, Borgo in Comune, Ora Barberino, Officina 19 Vicchio e il Partito della Rifondazione Comunista Zona Mugello
Dmitrij Palagi, Sinistra Progetto Comune Lorenzo Palandri, Segretario provinciale Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea Firenze
“Campagna arrivata stamani in piazza Dalmazia, promossa da Rifondazione, con conferenza stampa a cui hanno partecipato anche Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune), Enrico Carpini (Territori Beni Comuni) e Lorenzo Ballerini (Campi a Sinistra)”
Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi, consigliere comunale Sinistra Progetto Comune: “Questa mattina abbiamo partecipato alla conferenza stampa lanciata da Rifondazione Comunista – Sinistra Europea per ribadire la necessità di politiche energetiche adeguate al XXI secolo e sostenibili: il pianeta può sopravvivere all’umanità, pretendere scelte radicali e rapide è un atto di egoismo per la sopravvivenza della nostra specie, ma chi governa sembra dimenticarlo. Crisi sanitaria ed economica segnalano la necessità di scelte chiare, dalla parte delle classi sociali più in difficoltà e fragili”.
Queste le dichiarazioni di Lorenzo Palandri, segretario provinciale di Rifondazione Comunista Firenze “Ringraziamo gli istituzionali della sinistra presenti questa mattina con noi in piazza (oltre al gruppo consiliare di Firenze c’erano anche Territori Beni Comuni della Città Metropolitana, con Enrico Carpini, e Campi a Sinistra, con Lorenzo Ballerini). La nostra iniziativa è nazionale ma a disposizione per la costruzione di percorsi unitari, tanto nella società, quanto a livello elettorale. Abbiamo bisogno di conflitto e opposizione, per difendere la vita quotidiana di chi vive del proprio salario, a loro dobbiamo unità ed efficacia.
A Firenze prosegue la campagna Aranc’è con la vendita delle arance solidali, per creare una cassa di resistenza da mettere a disposizione a chi deve scegliere se arrivare a fine mese o accendere il riscaldamento. L’abbiamo collegata alla mobilitazione nazionale di cui riportiamo la piattaforma”.
Questa la nota nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.
“Oggi e domani saremo in piazza in tutta Italia per la campagna contro l’aumento delle bollette e il carovita. L’aumento dei prezzi che ha toccato a gennaio il 4,8% trainato dall’aumento delle bollette di luce e gas colpisce duramente soprattutto lavoratori dipendenti e autonomi, i ceti popolari in generale, già allo stremo a causa della crisi e di salari e pensioni tra i più bassi d’Europa. Ci sono 5 milioni di lavoratrici e lavoratori che hanno stipendi mensili sotto i mille euro e centinaia di migliaia di partite iva hanno dovuto cessare l’ attività. Nel nostro martoriato paese ben il 27% della popolazione è a rischio povertà. La situazione per le famiglie a basso reddito è molto più grave di come viene dipinta dalle statistiche per la concomitanza di due fattori. Il primo è che tanto più basso è il reddito, tanto più assorbente diventa la quota di salario destinata all’acquisto dei beni di prima necessità e a pagare le bollette, arrivando in molti casi ad assorbirlo tutto.
In secondo luogo perché sono proprio questi beni di sussistenza ad aver subito insieme alle bollette aumenti esorbitanti. Altro che 4,8%! Generi di base indispensabili come l’olio, la verdura e la pasta sono aumentati secondo l’Istat fino a due tre volte il tasso d’inflazione! E una situazione drammatica prodotta da anni di blocchi contrattuali, di aumenti così limitati, non solo nei contratti pirata, da essere annullati dall’inflazione in pochissimo tempo anche perché ancorati a un indice, l’IPCA che esclude i prezzi dell’energia. È ora di rilanciare le lotte per imporre al governo e ai padroni salari dignitosi nel pubblico e nel privato contro l’intenzione palese di scaricare l’inflazione sui salari e sulle pensioni.
Chiediamo al governo di approvare subito un provvedimento di blocco degli aumenti delle bollette come in Francia e Spagna, di calmierare i prezzi dei beni di prima necessità, di introdurre un salario minimo legale di 10 euro netti all’ora per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, di reintrodurre uno strumento automatico di adeguamento di salari e pensioni all’inflazione come la scala mobile”.
Il 7 dicembre 2020 ci lasciava Lidia Menapace, una compagna che ha dato tanto non solo al nostro Partito ma alla Repubblica tutta.
Lidia, donna dall’intelligenza e dalla sensibilità non scontate, è stata tante cose: è stata staffetta partigiana, è stata una fervente attivista antimilitarista ma, soprattutto, è stata una comunista. Ricordiamo Lidia Menapace e le sue lotte venerdì 3 dicembre 2021 alle ore 21.00 presso l’SMS di Rifredi (via Vittorio Emanuele II 135).Interverranno- Vania Bagni, responsabile coordinamento donne ANPI – Paolo Ferrero, vicepresidente Sinistra Europea – Luca Milani, presidente del Consiglio comunale di Firenze – Rosangela Pesenti, storica, scrittrice, attivista femminista introdottə e coordinatə da Lorenzo Palandri, Segretario provinciale Rifondazione Comunista – SE di Firenze
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