Guerre, stragi, muri e genocidi producono assuefazione. Un paradigma fallito da ricostruire. La memoria delle stragi nazifasciste – da Marzabotto a Sant’Anna di Stazzema, alle Fosse Ardeatine – è diventata spesso un rito sterile, autoreferenziale e complice dell’indifferenza verso i crimini del presente.
“Un’altra memoria“, nuovo libro di Lorenzo Guadagnucci (Altrəconomia, 2025), smaschera l’incoerenza di chi condanna le stragi del passato ma tollera quelle di oggi e propone una memoria viva, politica, capace di denunciare le guerre e affermare il valore universale di ogni vita umana.
Come Sinistra Progetto Comune siamo contenti di organizzare la presentazione di questo volume a ridosso 20 luglio, data in cui si ricordano i fatti di Genova del 2001.
Vi aspettiamo giovedì 10 luglio 2025 alle ore 21:20 (puntuali!) alla Biblioteca delle Oblate (via dell’Oriuolo 24, Firenze): l’Altana Marielle Franco ospiterà il confronto tra l’autore Lorenzo Guadagnucci, Valentina Baronti (giornalista, vicedirettrice Fuori Binario) e Dmitrij Palagi (Consigliere comunale di Firenze).
ordinato sgombero ex Gkn. Rifondazione Firenze e Toscana: aberrante.
25 giugno. Riteniamo aberrante la decisione del tribunale di ordinare lo sgombero della ex Gkn di Campi Bisenzio e chiediamo una immediata mobilitazione sociale e politica, di tutta la comunità locale e regionale a difesa di quello che è diventato negli ultimi 4 anni un simbolo non solo di lotta alla de industrializzazione e alla speculazione ma anche di nuove possibilità di rilancio che non parlano solo di nuovo e buon lavoro per gli operai coinvolti ma anche di nuova socialità e di un modello di sviluppo che coniughi un idea di futuro sociale, ambientale, comunitario. Un simbolo per Campi Bisenzio, Firenze, la Toscana e anche il paese intero. Pur fra mille difficoltà una strada era stata resa praticabile in primis dell’impegno del Collettivo ex Gkn con il quale abbiamo sempre collaborato e a cui come Prc a tutti i livelli eravamo sempre stati accanto e insieme. Pare per giunta strano che si passi alle maniere forti proprio ora che l’infame cd decreto sicurezza è diventato legge.!
Ci stiamo mobilitando per ogni tipo di sostegno contro questa nuova situazione e chiediamo che lo facciano anche la Regione e i comuni: è il momento di dimostrare che il sostegno e il modello, che hanno ispirato anche una legge regionale, non siano di facciata e reggano a questo nuovo assalto
Partito della Rifondazione Comunista della Toscana
partito della Rifondazione Comunista federazione di Firenze
“Martedì 1 luglio saremo in piazza per manifestare la nostra assoluta contrarietà agli attacchi ingiustificati e ingiustificabili di Israele e degli Stati Uniti contro l’Iran.**
La manifestazione, promossa dalla CGIL e alla quale abbiamo aderito, ha raccolto anche il sostegno del presidente della Regione e del Partito Democratico regionale.
Pensiamo che chi aderisce a questo appello debba farlo con coerenza e convinzione in tutti gli organismi in cui partecipa, a livello regionale, nazionale ed Europeo, con
prese di posizione pubbliche e atti amministrativi concreti a sostegno del movimento contro la guerra.
Fino a oggi, purtroppo, ciò non è accaduto. La Toscana, governata da Giani e dal PD, è infatti una delle regioni più militarizzate d’Italia: basti pensare a Camp Darby, alla futura (e costosissima) base militare da 520 milioni di euro prevista in varie aree della provincia di Pisa, o al prossimo Comando NATO che sorgerà a Firenze. Mai una parola di dissenso dalla maggioranza in Consiglio regionale, né un atto della Giunta per contrastare questo sistematico furto di territorio a favore della guerra.
La crescente percezione di inutilità – o addirittura di dannosità – della politica e delle amministrazioni deriva anche dal tradimento degli impegni presi, dal doppiogiochismo e dalle promesse irrealizzabili.
Noi proponiamo che la Toscana assuma una posizione netta e contraria rispetto alle richieste del governo italiano legate alla militarizzazione del territorio, alle forze armate straniere e alle aziende private del settore bellico. Vogliamo una regione che utilizzi tutti gli strumenti politici e amministrativi a disposizione per impedire che il seme della guerra trovi terreno fertile sul nostro territorio.
Riteniamo fondamentale unire a questa battaglia anti militarista l’impegno per far si che le economie ad ora destinate al comparto della guerra siano invece investite per il soddisfacimento dei bisogni della cittadinanza, a partire dai temi della salute, del lavoro e dell’ambiente
Giovedì 26 giugno 2025 alle 17:20 in Sala d’Arme di Palazzo Vecchio si terrà la presentazione del volume “I luoghi della speranza: viatico del pellegrino“, insieme agli autori Antonio Natali e Giovanni Serafini. Il libro, uscito in occasione del Giubileo, è stato pubblicato grazie all’Opera di Santa Maria del Fiore e al settimanale Toscana Oggi.
Sarà l’occasione per discutere, nella sede del potere cittadino, del rapporto tra arte, turismo e politiche culturali, insieme ad Antonella Bundu (Sinistra Progetto Comune), Padre Bernardo Gianni (abate di San Miniato) e Andrea Baldinotti (storico dell’arte).
Perché si viaggia? Che tipo di territorio si trova quando si arriva a Firenze? Quale è la funzione del potere? Saranno alcuni dei nodi toccati dalla discussione. Tutta la cittadinanza è invitata, l’ingresso è libero, fino a esaurimento posti, e non è richiesta la prenotazione.
Domani approderà alla camera il DL Sicurezza per la sua conversione in Legge.
Come PRC, segreteria della Toscana riteniamo gravissimo e liberticida questo atto e vorremo che questo evento non passasse in sordina ma avesse la più ampia informazione mediatica.
Auspichiamo che i gruppi parlamentari di opposizione mettano in atto tutte le azioni a loro possibili per fare in modo che questa conversione in legge non avvenga; ne andrebbe della tenuta democratica del nostro paese.
Questo DL, sottoscritto in via d’urgenza, urgenza peraltro non esistente, dal Presidente della repubblica, ha bypassato l’iter parlamentare che aveva come Disegno Di Legge, iter che dovrebbero seguire democraticamente tutte le leggi nel nostro paese.
E’ un decreto che in particolare modo intende minare la libertà di espressione e manifestazione, vuole rendere “speciali” e quindi quasi al di sopra della legge alcune categorie di persone, come polizia e militari in servizio, a discapito di altre, come gli immigrati, i carcerati (si vuol penalizzare anche la resistenza pacifica e passiva), i senza fissa dimora, ecc, e in particolare modo ambientalist* e manifestanti, che dissentono una linea politica. Con pene maggiori se con questo dissentire si impedisce il normale iter di avanzamento dei lavori per i trasporti (ci viene da pensare ai lavori per la TAV o per il ponte sullo stretto di Messina), o per gli impianti energetici industriali (ci viene da pensare allo scempio di paesaggio di ambiente e di biodiversità che anche in toscana si vuol fare ad esempio per gli impianti eolici industriali). E questo in un paese democratico non può essere permesso!
Con questo decreto poi si colpisce anche il sistema economico della canapa light nel quale molte persone hanno investito costruendo la propria sussistenza economica, rendendolo illegale. E ci domandiamo: cosa c’è di sicuro nel mandare in crisi economica questa piccola imprenditoria?
Non possiamo stare in silenzio e lasciare che tutto proceda, e ci auspichiamo che lo facciano anche le forze parlamentari che ad oggi, sono in opposizione!
Per la segreteria regionale prc toscana
la co-segretaria e il co-segretario Tatiana Bertini e Leonardo Becheri
Quali sono le aziende e i prodotti da boicottare in Italia?
Guida aggiornata di BDS Italia al boicottaggio mirato contro le complicità con Israele
Il movimento BDS ha definito gli obiettivi di boicottaggio e di pressione a livello internazionale contro aziende complici del genocidio e del sistema israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid e contro i prodotti israeliani in una guida, che vi invitiamo a consultare. Tuttavia, non tutte le aziende incluse nella guida del movimento BDS internazionale sono presenti in Italia. Quindi BDS Italia ha definito specifici obiettivi di boicottaggio da parte dei consumatori che includono aziende complici e prodotti israeliani presenti nel nostro paese che trovate elencati qui sotto.
Gli obiettivi di boicottaggio di BDS Italia sono riassunti in questo volantino che vi invitiamo a scaricare e diffondere.
L’elenco di aziende e prodotti da boicottare è in continuo aggiornamento: nuove campagne vengono avviate contro aziende complici dei crimini di Israele, mentre altre vengono sospese nel caso di vittoria (vedi per esempio quella contro Puma che non ha rinnovato la sua partnership con la Israeli Football Association).
Il movimento BDS accoglie con favore tutti i boicottaggi di qualsiasi società complice dell’apartheid israeliana e del genocidio israeliano dei palestinesi a Gaza. Ma le liste con centinaia di marchi che girano sui social media non sono molto utili perché così si rischia di disperdere le forze e di non ottenere risultati. La questione è come rendere i boicottaggi più efficaci e avere un maggiore impatto per fare in modo che le aziende complici rispondano della loro complicità nell’oppressione dei palestinesi.
Il movimento BDS utilizza il metodo storicamente vincente dei boicottaggi mirati, concentrando strategicamente l’azione su un numero relativamente ridotto di aziende e prodotti accuratamente selezionati per ottenere il massimo impatto. Sono aziende che giocano un ruolo chiaro e diretto nei crimini di Israele contro i palestinesi, così come nella violazione dei diritti di altri popoli e comunità, e rispetto alle quali c’è una reale possibilità di vittoria. Ogni vittoria del movimento BDS contro un’azienda complice è un monito a tutte le altre.
Il movimento BDS colpisce la complicità, non l’identità. Quando si tratta di aziende israeliane, non essere complici significa non essere coinvolti nell’occupazione militare, nell’apartheid o nel colonialismo d’insediamento di Israele e riconoscere pubblicamente i diritti dei palestinesi ai sensi del diritto internazionale, in primo luogo il diritto al ritorno dei rifugiati in conformità con la risoluzione 194 delle Nazioni Unite. Per quanto ne sappiamo, non esistono aziende israeliane che soddisfino queste condizioni.
Tutte le società internazionali i cui affari con Israele contribuiscono al genocidio, all’apartheid, alla colonizzazione o all’occupazione illegale potrebbero essere complici di gravi violazioni del diritto internazionale e quindi i loro dirigenti e membri del loro consiglio di amministrazione essere ritenuti responsabili. Ciò è particolarmente vero alla luce del parere della Corte internazionale di giustizia di gennaio 2024 sul fatto che Israele sta plausibilmente perpetrando un genocidio a Gaza, nonché del parere consultivo giuridicamente vincolante del 19 luglio che afferma che l’occupazione e il sistema di apartheid di Israele sono illegali.
Di seguito sono elencate le aziende e i prodotti principali obiettivi di boicottaggio dei consumatori in Italia.
OBIETTIVI PRIORITARI DI BOICOTTAGGIO DI BDS ITALIA
Boicotta Carrefour
Carrefour è complice del genocidio. Carrefour-Israele ha sostenuto i soldati israeliani che partecipano al genocidio dei palestinesi a Gaza con doni di pacchi personali, mentre Carrefour Francia ha taciuto su questo fatto. Nel 2022, Carrefour ha stretto una partnership con la società israeliana Electra Consumer Products e la sua controllata Yenot Bitan, entrambi coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani contro il popolo palestinese, traendo profitto dall’occupazione illegale. Le prove dimostrano anche che c’è almeno una filiale a marchio Carrefour in un insediamento illegale nei territori palestinesi occupati. Carrefour ha anche ricevuto prestiti da quattro grandi banche israeliane complici e ha stabilito una partnership partnership con sei start-up israeliane complici ad alta tecnologia che si occupano di intelligenza artificiale, sicurezza informatica e altro. Nel 2024, la campagna di boicottaggio, che ha portato alla chiusura dell’intera attività di Carrefour in Giordania e Oman, ha contribuito al crollo drastico dei i profitti netti di Carrefour (meno 50% rispetto al 2023).
Teva è un’azienda farmaceutica israeliana e uno dei maggiori produttori di farmaci generici al mondo. Teva sostiene il genocidio in atto per mano di Israele dall’ottobre 2023, ma ha anche beneficiato per decenni dell’occupazione illegale delle terre palestinesi da parte di Israele, permettendo all’azienda di sfruttare illegalmente il mercato palestinese. Farmaci generici alternativi sono ora molto più disponibili che in passato nella maggior parte dei paesi.
Hewlett Packard (HP), che comprende Hewlett Packard Enterprise (HPE) e HP Inc., è un importante sostenitore dell’occupazione israeliana. Attraverso le sue collaborazioni con il Governo, l’esercito, le prigioni e la polizia israeliani, HP fornisce un supporto tecnologico e logistico fondamentale che permette i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità, come la costruzione di insediamenti illegali e l’apartheid nei territori palestinesi occupati. HPE sostiene l’Autorità israeliana per la popolazione e l’immigrazione, un pilastro del sistema di apartheid, fornendo tecnologia per le sue banche dati e sistemi informatici. HP Inc (USA) fornisce servizi agli uffici dei leader del genocidio, il premier israeliano Netanyahu e il ministro delle Finanze Smotrich.
DELL
Dell Technologies fornisce server, servizi di manutenzione e attrezzature legati alle forze armate israeliane nell’ambito di un contratto da 150 milioni di dollari per il 2023, finanziato dagli aiuti esteri degli Stati Uniti. Dell è impegnata nella continua pulizia etnica di Israele nei confronti dei palestinesi indigeni, con attività di ricerca e sviluppo nel parco cibernetico nazionale di Israele che cerca di rafforzare gli insediamenti illegali nel Naqab (Negev), sfollando le comunità beduine palestinesi. Un mese dopo l’inizio del genocidio israeliano di Gaza, il fondatore e amministratore delegato Michael Dell ha donatoa Israele azioni per 350 milioni di dollari, consolidando ulteriormente la partnership genocida tra Israele e Dell Technologies.
Intel
Nel dicembre 2023, durante il genocidio per mano di Israele a Gaza, Intel ha annunciato che avrebbe investito 25 miliardi di dollari nell’Israele dell’apartheid. Nel giugno 2024, a seguito di prolungate pressioni del BDS, e in risposta soprattutto al rischio finanziario di investire in una #ShutDownNation, il gigante tecnologico ha abbandonato il progetto, secondo i media finanziari israeliani. Per decenni, Intel è stato il più grande investitore internazionale nell’Israele dell’apartheid. Il suo impianto di “Kiryat Gat” è costruito su un terreno all’interno dei confini del villaggio palestinese di Iraq al Manshiya, ripulito etnicamente, raso al suolo e poi sostituito dall’attuale insediamento israeliano. Intel rimane profondamente complice nel fornire risorse di guerra genocida di Israele, pertanto non comprate computer e altri apparati informatici con processori Intel.
Microsoft
Microsoft è forse l’azienda tecnologica più complice dell’occupazione illegale di Israele, del regime di apartheid e del genocidio in corso contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza. Oltre a fornire servizi informatici al sistema carcerario, Microsoft fornisce all’esercito israeliano servizi cloud e AI di Azure che sono cruciali per potenziare e accelerare la guerra genocida di Israele . Gli ampi legami di Microsoft con l’esercito israeliano sono rivelati nelle indagini del Guardian con la pubblicazione israelo-palestinese +972 Magazine. In risposta alla complicità di Microsoft nell’apartheid e nel genocidio israeliano contro i palestinesi, i lavoratori di Microsoft hanno lanciato No Azure for Apartheid, una campagna guidata dai lavoratori stessi che chiede la fine della complicità di Microsoft in gravi violazioni dei diritti umani.
Siemens
Siemens (Germania) è il principale appaltatore dell’Interconnettore Euro-Asia, un cavo elettrico sottomarino Israele-UE progettato per collegare all’Europa le colonie illegali di Israele nei territori palestinesi occupati.In questo modo Siemens sostiene l’occupazione israeliana. Gli elettrodomestici a marchio Siemens sono venduti in tutto il mondo.
AXA
Il gigante assicurativo AXA (Francia) detiene 150,43 milioni di dollari in azioni e obbligazioni di undici società che hanno inviato armi in Israele durante il genocidio contro i palestinesi a Gaza, tra cui Boeing e General Dynamics. Le armi di entrambe le aziende erano direttamente collegate agli attacchi israeliani contro Gaza, agli omicidi di massa, come il bombardamento del campo profughi di Tel al-Sultan a Rafah, il 26 maggio, e il bombardamento del 10 settembre contro i palestinesi che si rifugiavano ad al-Mawasi, che Israele aveva designato come “zona sicura”.
SodaStream
SodaStream è un’azienda israeliana che èattivamente complice della politica israeliana di sfollamento dei cittadini beduini-palestinesi indigeni dell’attuale Israele nel Naqab (Negev) e ha una lunga storia di discriminazione razziale nei confronti dei lavoratori palestinesi.
RE/MAX
RE/MAX (USA) commercializza e vende proprietà nelle colonie israeliane illegali costruite su terre palestinesi rubate, consentendo così la colonizzazione di Israele della Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est.
Disney+
La Disney e la sua filiale Marvel sono complici nel glorificare il regime israeliano di genocidio e apartheid contro i palestinesi indigeni. Captain America: Brave New World della Marvel e della Disney hanno come protagoniste rispettivamente Shira Haas e Gal Gadot, che hanno consapevolmente e inconfutabilmente assunto il ruolo di ambasciatrici culturali di Israele, rappresentando direttamente la propaganda del Israele genocida. Per Capitan America, Marvel e Disney fanno rivivere il personaggio razzista di Ruth Bat-Seraph, la cui storia decennale include il fatto di lavorare per il Mossad. Disney+ è quindi chiaramente coinvolto nel permettere il genocidio di Israele disumanizzando i palestinesi. Annullate o non sottoscrivete l’abbonamento a Disney+!
Reebok
Dopo il ritiro di Puma e dell’italiana Erreà grazie alla campagna BDS, Reebok è diventato il nuovo sponsor ufficiale dell’Israel Football Association, che include nei suoi campionati ufficiali squadre delle colonie illegali nei territori palestinesi occupati e sostiene il loro mantenimento, contraddicendo il diritto internazionale e il regolamento della FIFA.
McDonalds
L’affiliato israeliano del marchio ha donato pasti e bevande al personale militare israeliano impegnato nel genocidio contro i palestinesi a Gaza e ha promosso questa forma estremamente provocatoria e razzista di complicità sui lsuo canali social media.
Coca Cola
Coca-Cola Israele gestisce un centro di distribuzione e di refrigerazione regionale nella colonia illegale di Atarot. Inoltre, la sua filiale, Tabor Winery, produce vini provenienti da uve provenienti da vigneti situati su terreni occupati nelle colonie illegali in Cisgiordania e nel Golan siriano. I soldati israeliani che partecipano al genocidio in corso sono stati spesso fotografati con lattine di Coca-Cola, donati loro da vari gruppi che consentono il genocidio. Alternative locali stanno spuntando in tutto il mondo per sostituire Coca-Cola.
Prodotti alimentari israeliani
L’agricoltura israeliana ha sempre giocato un ruolo importante nella colonizzazione della Palestina, sottraendo terra, acqua e altre risorse alle popolazioni indigene e distruggendo l’agricoltura palestinese. Oltre a far parte di un commercio che alimenta l’economia di un sistema di apartheid coloniale, prodotti agricoli (come avocado, datteri, arachidi, melagrane, agrumi, ecc.) e vini israeliani, provengono spesso da colonie illegalisu terre palestinesi rubate, anche se etichettati in modo fuorviante come “Made in Israel”. Le aziende israeliane di esportazione di prodotti agricoli, come Mehadrin, Hadiklaim e Carmel-Agrexco, sono tra i principali beneficiari della distruzione dell’agricoltura palestinese e sono complici dell’occupazione illegale e del regime di apartheid. I prodotti agricoli israleinai vengono commercializzati con questi marchi principali: Carmel, King Salomon, Jordan River, Jordan Plains, Ventura.
Boicottate i prodotti israeliani presenti nei negozi e supermercati dove fate acquisti e chiedete ai rivenditori che vengano rimossi dagli scaffali. Controllate le etichette e se non sono chiare chiedete al responsabile del negozio.
Controlla la spesa con Boycat
Il movimento BDS ha stretto una partnership con Boycat, una piattaforma e una applicazione innovativa per lo shopping etico, al fine di consentire alle persone di partecipare in modo più efficace alle campagne BDS mentre fanno la spesa. Al contrario di altre app disponibili, Boycat classifica le aziende in base al livello del loro coinvolgimento nei crimini di Israele e alle priorità del movimento BDS. Ciò consente di concentrarsi sulle campagne strategiche del movimento BDS, imparando come agire concretamente anche contro altre società complici implicate nel genocidio, nell’apartheid e nell’occupazione illegale di Israele.
Scarica la app e controlla gli acquisti per evitare che sostengano il genocidio e l’oppressione dei palestinesi.
venerdì 16 maggio 2025 alle ore 18:00 si terrà presso il Circolo ARCI Andreoni (via A. D’Orso 8) un’iniziativa organizzata dal Circolo PRC Coverciano Est che si inserisce nelle attività e nelle riflessioni in questo anno in cui ricorre l’ottantesimo anniversario dalla Liberazione dal nazifascismo.
Lorenzo Palandri (segretario provinciale del PRC Firenze e consigliere del Q2 di Sinistra Progetto Comune) dialogherà con i presenti a partire dal libro “XII Disposizione“, elaborato dal Dipartimento nazionale antifascismo del Partito.
Sarà inoltre proiettato un video elaborato dagli studenti del Liceo Gramscisulla vicenda dei Martiri di Campo di Marte.
Daremo vita a Firenze ad un unico comitato per i 5 SI per coordinare nel territorio la campagna di sensibilizzazione in vista del voto del 8-9 giugno sui referendum lavoro e cittadinanza. A livello nazionale per una questione di formalità sono stati costituiti due diversi comitati (lavoro e cittadinanza) che lavoreranno in stretto coordinamento. Per approfondire i quesiti e scaricare materiali potete trovare info qui http://www.cgil.it/referendum (anche se a breve sarà online il sito referendum2025.it ) e qui www.referendumcittadinanza.it Abbiamo pensato di organizzare il lavoro del comitato mediante gruppi operativi che in ogni comune organizzino il presidio del territorio (volantinaggi, diffusione del materiale, iniziative, banchetti etc..). Per coordinarci in allegato trovate i referenti Cgil quantomeno per ogni zona. A partire da venerdì 28 Marzo saranno disponibili i volantini e le locandine nella sede Cgil Firenze in via Borgo dei Greci 3 e dalla settimana successiva in tutte le sedi dell’area metropolitana. Trasversalmente a livello provinciale vogliamo costituire un gruppo di lavoro per l’organizzazione di eventi del comitato (lancio della campagna il 12 aprile, 1 maggio ed evento di chiusura della campagna elettorale il 6 giugno), azioni comunicative, comunicazione social e media. Passerà inoltre da Firenze la Carovana per la cittadinanza tra il 20 e il 24 Aprile (data ancora da individuare) promossa da entrambi i comitati referendari. Inoltre abbiamo pensato di lanciare un appello per diventare attiviste/i e mediattiviste/i del comitato referendario mediante questo form “Attiviamoci per 5 SI” che vi chiediamo di diffondere in maniera capillare a tutti i vostri contatti. Metteremo a disposizione dei gruppi operativi i contatti che saranno raccolti.
In vista della presentazione del comitato e del lancio della campagna sul territorio chiediamo alle associazioni che ancora non hanno confermato la partecipazione al comitato di farlo scrivendomi (possibilmente entro il 31 Marzo) così da avere un quadro della composizione del comitato.
Le associazioni che al momento hanno confermato la loro disponibilità a far parte del comitato sono (se ci sono errori segnalatemelo):
Cgil, Anpi, Arci, I Partecipate, Cospe, Auser, Cdc, Federconsumatori, Sunia, Associazione Stampa Toscana, Udu, Arcigay, Azione Gay lesbica, Giuristi Democratici, Diritti a Sinistra, Anelli Mancanti, Nosotras, Oxfam, Libera, Libertà e Giustizia, Associazione Senegalesi di Firenze, Ass. Peruviana Asiri, Associazione Donne Ganze, Comunità Islamica e giovani musulmani, Associazione Mali, Italia Hello, Icse, Donne Insieme Per la pace, Firenze Città Aperta, Sinistra Civica Ecologista. Hanno inoltre confermato adesione e supporto i seguenti partiti: PD, Sinistra Italiana, Ecolò, M5S, Possibile, Rifondazione Comunista.
Quindi ricapitolando vi proponiamo:
1) Per chi ancora non lo ha fatto confermare la presenza dell’associazione nel comitato e/ proporre ad altre associazioni di vostra conoscenza di partecipare.
2) Inviarmi nei prossimi giorni i referenti per i gruppi di lavoro: campagna nel territorio (segnalando il comune), comunicazione ed eventi.
3) Diffondere il form attiviste/i e mediattiviste/i a tutti i vostri contatti “Attiviamoci per 5 SI”. Ovviamente ogni associazione si impegnerà sulla base delle proprie forze, pensiamo sia cmq importante dare un segnale che un ampio arco di associazioni supportino la campagna referendaria.Contiamo di convocare i gruppi di lavoro per settimana prossima così da condividere anche l’evento di lancio e ci daremo una modalità più orizzontale e più snella di lavoro.
L’assalto genocida degli USA e degli sionisti a Gaza continua, con oltre 100 aerei che hanno lanciato armi di fabbricazione statunitense sui palestinesi in scuole, campi profughi, moschee ed edifici residenziali, con oltre 200 martiri e centinaia di feriti finora. Gli USA e l’entità sionista hanno una responsabilità congiunta e solidale per questo crimine, insieme alle loro altre potenze imperialiste come Germania, Gran Bretagna, Francia, Canada e altre, così come i regimi reazionari arabi complici, ed è da tempo che devono essere ritenuti responsabili.
La resistenza in Palestina, nello Yemen, in Libano e in tutta la regione sta imponendo tale responsabilità, ma è fondamentale che le persone che sopportano il peso delle tonnellate di bombe e armi non ne portino da sole il peso. I palestinesi, e la popolazione della regione nel suo complesso, hanno resistito al genocidio sionista non solo negli ultimi 18 mesi, ma per oltre 77 anni di occupazione sionista e oltre 100 anni di invasione coloniale ed estrazione imperiale.
Fin dall’inizio del cessate il fuoco a Gaza 60 giorni fa, la resistenza palestinese e le organizzazioni responsabili hanno meticolosamente monitorato le ripetute violazioni dell’accordo da parte del regime sionista. Allo stesso tempo, per proteggere il loro popolo, la Resistenza non ha mai violato gli accordi di cessate il fuoco né ha fatto rappresaglie contro i criminali di guerra sionisti. Nelle ultime due settimane, il regime sionista, insieme agli Stati Uniti e alle sue altre potenze imperialiste, ha bloccato completamente l’ingresso degli aiuti a Gaza, non solo le tende, le roulotte e le altre attrezzature richieste dai termini del cessate il fuoco, ma anche i bisogni di base come cibo e altri beni umanitari essenziali.
Siamo molto chiari: l’ondata di deportazioni, arresti, minacce e attacchi da parte del governo fascista degli Stati Uniti – e delle altre potenze imperialiste – è intesa a spianare la strada all’assalto sionista-statunitense a Gaza, Yemen, Libano, Siria, tutta la Palestina occupata e la regione. È intesa deliberatamente a creare terrore di stato e a sedare il movimento a sostegno della liberazione palestinese. Lo stesso vale per le designazioni e i divieti imposti a Samidoun negli Stati Uniti, in Canada e in Germania, e per gli attacchi nei Paesi Bassi, in Belgio, in Francia e altrove: questi sono stati e sono fatti per tenere le persone lontane dalle strade, per minare la solidarietà con la Resistenza e per creare paura e terrore pervasivi imposti dallo Stato.
Tutti questi attacchi, dagli arresti illegali e dalla detenzione politica di studenti che protestavano contro il genocidio, ai raid contro studenti, attivisti e giornalisti britannici, all’imprigionamento di Palestine Actionists per azione diretta, ai divieti su Samidoun, alla “designazione terroristica” delle organizzazioni di resistenza in Palestina, Libano e Yemen, comprese quelle di Hamas, della Jihad islamica palestinese, del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, di Hezbollah e di AnsarAllah, sono, molto semplicemente, un aiuto e un favoreggiamento del genocidio. Non c’è modo di evitare o sconfiggere questi attacchi alterando le nostre richieste di giustizia, rimanendo in silenzio sulla resistenza o consentendo che il nostro movimento venga diviso dalla criminalizzazione; è chiaro che, mentre il regime sionista sgancia le sue bombe su ospedali, bambini e rifugi, l’intero popolo palestinese e tutti coloro che chiedono la liberazione della Palestina vengono presi di mira. Invece di ritirarci di fronte alla repressione, è più urgente che mai che portiamo avanti la nostra organizzazione, chiarezza e, cosa più critica, azione.
Lo scopo di tali attacchi è creare le condizioni per cui la resistenza e il vasto movimento di massa nel nucleo imperiale non rispondano e vengano repressi nel silenzio e nell’inefficacia. Vogliono che il crescente movimento di massa lasci in pace il popolo e la Resistenza in Palestina, nello Yemen, in Libano. Questa non è una coincidenza di tempi, è una strategia di assalto multiforme e controinsurrezione che è sempre stata parte del piano imperialista-sionista.
La Resistenza è in prima linea, difende il popolo della Palestina e l’umanità stessa, rifiutando la sottomissione, il genocidio e l’espropriazione, non solo negli ultimi 18 mesi, ma negli ultimi 76 anni e oltre. I regimi sionisti e imperialisti, nonostante le centinaia di tonnellate di bombe e armi di distruzione di massa scaricate sul popolo della Palestina, del Libano, della Siria e dello Yemen, non sono riusciti a reprimere la Resistenza o a sradicare il popolo, e non porranno fine alla loro umiliazione con un altro genocidio.
Queste bombe e armi del genocidio sono fornite dagli Stati Uniti, dalla Germania, dal Canada, dalla Gran Bretagna e dalle loro altre potenze imperialiste. Sono accompagnate da copertura politica e diplomatica, integrazione economica e tutte le forme di sostegno al progetto coloniale sionista in Palestina. Palestine Action in Gran Bretagna ha mostrato un chiaro esempio di come un embargo sulle armi popolare possa essere imposto, attraverso un’azione diretta al centro del nucleo imperiale. Fondamentalmente, questa è una lotta contro l’imperialismo e il sionismo; il genocidio è al centro del loro progetto, ed è stata la resistenza, dall’Algeria, al Vietnam, alla Palestina, a sradicare questi sanguinosi progetti coloniali.
Questo è il momento di chiarire che la loro repressione, i loro divieti, le loro designazioni e i loro arresti, il loro terrore di stato e la paura imposta, non permetteranno mai loro di farla franca con il genocidio. È il momento di essere più forti, più chiari e più forti che mai. È il momento di stare con la Resistenza, in difesa della Palestina e in difesa dell’umanità. In mezzo alle bombe degli Stati Uniti, milioni di persone sono scese in piazza oggi in tutto lo Yemen per chiarire che la loro macchina da guerra genocida non avrebbe mai soppresso la resistenza e l’umanità yemenita. È fondamentale che il movimento in tutto il nucleo imperiale tragga ispirazione da questo esempio e non faccia di meno. Dobbiamo coltivare una culla popolare internazionale di resistenza che sia conflittuale, forte, resiliente e che miri direttamente a rendere impossibile il loro genocidio.
Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera. Vittoria per la Resistenza, sconfitta per l’imperialismo e il sionismo, liberazione per la Palestina.
Dichiarazione della Resistenza Popolare in Siria. Comunicato dell’ufficio stampa della Resistenza Popolare Siriana
La Resistenza Popolare Siriana condanna fermamente le dichiarazioni fuorvianti e incitanti trasmesse da Al Jazeera Qatar, che mirano a distorcere i fatti e giustificare i crimini commessi dalle bande terroristiche di Hay’at Tahrir al-Sham contro il popolo siriano. Ciò rientra nell’approccio mediatico di parte che da tempo sostiene il terrorismo, un modello che questo canale ha mantenuto per anni.
Primo: la falsa rappresentazione mediatica della natura della resistenza
Il tentativo di Al Jazeera di dipingere la Resistenza Popolare Siriana come un gruppo settario che cerca di innescare una guerra civile non è altro che una palese disinformazione volta a distorcere la verità. La resistenza comprende vari segmenti della società siriana, tra cui abitanti dei villaggi e cittadini che si sono sollevati per difendere se stessi e le loro famiglie dalle bande terroristiche che hanno versato il sangue innocente del loro stesso popolo.
Secondo: istigazione settaria sistematica
L’affermazione fatta nel rapporto del canale secondo cui la Resistenza Popolare Siriana è coinvolta in “omicidi settari” è una bugia sfacciata senza alcun fondamento nella realtà. La resistenza prende di mira esclusivamente organizzazioni terroristiche armate, principalmente Hay’at Tahrir al-Sham, che ha commesso orribili massacri contro civili di tutte le sette, compresi i nostri fratelli sunniti, che sono stati le prime vittime del suo terrorismo takfiri, insieme a cristiani, sciiti, alawiti e altri. La resistenza non è mai stata, e non sarà mai, parte di alcun conflitto settario; piuttosto, è una lotta nazionale per difendere la terra e la dignità del popolo dall’occupazione e dai suoi agenti takfiri.
Terzo: giustificare l’oppressione e il terrorismo in nome del cosiddetto “governo”
La rappresentazione che Al Jazeera fa del cosiddetto “governo” di Abu Mohammad al-Jolani, un agente ben noto, come colui che “gestisce con successo gli affari” non è altro che un deliberato whitewashing di un regime terroristico costruito su oppressione, tortura, assassinii e omicidi, che funge da mero strumento nelle mani delle forze di occupazione e delle agenzie di intelligence. Inoltre, la discussione del canale sulla “necessità del governo di rispondere senza alienare gli alawiti” non è altro che un appello aperto a continuare a massacrare civili con il pretesto di combattere la resistenza.
Quarto: Doppi standard e palese pregiudizio verso il terrorismo
Al Jazeera è da tempo una piattaforma di propaganda per i gruppi takfiri, promuovendo le loro narrazioni mentre nascondevano i loro crimini contro il popolo siriano. Mentre il canale ignora i massacri commessi dai terroristi contro i civili, è veloce a diffamare qualsiasi legittima resistenza contro di loro. Questo palese doppio standard espone l’agenda sospetta di Al Jazeera e il suo pieno allineamento con il terrorismo.
Conclusione
Le fazioni della Resistenza Popolare Siriana affermano il loro incrollabile impegno a sconfiggere il terrorismo. Queste campagne mediatiche ingannevoli non indeboliranno la nostra determinazione né cambieranno la realtà della battaglia che i siriani stanno combattendo contro le bande estremiste per proteggere le loro famiglie, i loro bambini e le loro donne. Invitiamo inoltre il nostro popolo a rimanere vigile contro queste campagne sospette, il cui unico scopo è diffondere discordia e legittimare il dominio dei terroristi sulla nostra terra.
Ufficio stampa della Resistenza Popolare Siriana 8 marzo 2025
CHI CONTROLLA IL CONTROLLORE Lunedì 27 gennaio, come ogni lunedì, si è tenuto il consiglio comunale, ma diversamente dai precedenti, l’ingresso è stato vietato da agenti della DIGOS e vigili urbani a quanti si erano ritrovati sotto Palazzo Vecchio in solidarietà con la resistenza palestinese e per sollecitare, ancora una volta, la sindaca a prendere una posizione pubblica contro il genocidio. Il 3 e 4 febbraio si è tenuto un convegno filosionista, con, tra gli altri, il console onorario e due ufficiali dell’esercito israeliano. Una zona della città per 2 giorni è stata posta sotto sequestro da polizia ed agenti della DIGOS ed è diventata zona rossa, interdetta a chiunque. Accesso a via de’ Benci vietato ad abitanti, esercenti, cittadini… Infine domenica 16 al circolo arci Vie Nuove un incontro, pubblico, di “sinistra per israele” con di nuovo la DIGOS in presenza che, oltre ad imporre l’ingresso limitato, in modo del tutto arbitrario ha identificato alcuni di coloro che erano andati ad ascoltare quanto veniva detto. Questa la cronaca. Da parte nostra possiamo dire: i sionisti ed i loro sostenitori si devono abituare a fare le proprie iniziative “sotto scorta”, non può essere diversamente. Chi è responsabile del genocidio e chi lo sostiene non dovrebbe nemmeno avere agibilità, ma tant’è. Due parole le dobbiamo spendere a proposito del circolo arci Vie Nuove che, non solo ha dato la sua disponibilità ad ospitare “sinistra per israele” sposandone i punti di vista, ma ha anche permesso che la DIGOS, all’interno del circolo, tenesse un comportamento arrogante. 18 febbraio 2025. Firenze per la Palestina
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