Articolo del compagno Paolo Ferrero pubblicato su Il Fatto Quotidiano.
Il governo israeliano ha approvato nei giorni scorsi il nuovo piano per proseguire il genocidio del popolo palestinese a Gaza, aggravandolo con precise misure finalizzate alla pulizia etnica, cioè allo spostamento della popolazione palestinese da larga parte della striscia di Gaza.
Gaza non solo è stata trasformata in un campo di concentramento a cielo aperto per 2 milioni di persone ma rappresenta un nuovo capitolo della barbarie umana, in cui per uccidere un bambino non si usa nemmeno una pallottola: lo si affama fino a quando muore di stenti e patimenti.
Che il responsabile di questo genocidio sia il governo Netanyahu è sicuro. Altrettanto sicuro è che ridurre tutto il problema – come viene fatto da molte anime belle – ad uno spregiudicato criminale è una operazione completamente ipocrita ed in totale malafede.
Responsabile è uno Stato costruito in modo tale da non essere in grado di fermare questi crimini contro l’umanità. Responsabile è il governo statunitense che arma e sostiene – in piena continuità da Biden a Trump – il governo israeliano. Responsabili sono i governi europei, a partire da quello tedesco e italiano che sono i principali fornitori di armi ad Israele al di fuori degli Usa.
Responsabile il governo italiano in particolare, guidato da Meloni, ha attuato un rovesciamento totale delle politiche che storicamente il nostro paese ha fatto verso il Medio Oriente. Invece di svolgere un ruolo di mediazione Meloni ha assunto una posizione di pieno sostegno del governo israeliano, arrivando addirittura a trasformarsi nella longa manus del Mossad in Italia, incarcerando da oltre un anno Anan Yaeesh, nonostante non abbia compiuto alcun reato nel nostro paese e abbia l’unico torto di essere un militante palestinese attivo nei territori occupati.
Responsabili sono però anche tutti e tutte coloro che non contestano l’ideologia con cui il governo israeliano ha giustificato e giustifica il genocidio del popolo palestinese. Il governo israeliano ha infatti rovesciato completamente l’insegnamento che la Shoah aveva portato a tutto il modo. La barbarie del nazismo, che ha avuto nell’olocausto e nei 7 milioni di morti nei campi di concentramento – in larghissima maggioranza ebrei – ha portato l’umanità intera al suo punto più basso. Quell’orribile crimine, l’aver visto e toccato il fondo del pozzo ha però anche obbligato ad una riflessione che per decenni ha connotato tutta l’umanità ed in particolare quella occidentale nel cui seno era nata e cresciuta l’ideologia nazista. Dalla reazione alla barbarie nazista e all’antisemitismo è scaturito il grido MAI PIÙ PER NESSUNO!
Dal baratro del razzismo, dell’antisemitismo e dell’intolleranza per ogni dissenso politico, è emerso un tabù – contro il nazismo e le pratiche genocide – ed un messaggio universalistico: l’impegno al rispetto di ogni essere umano senza alcuna discriminazione.
Per decenni l’insegnamento derivante dalla reazione all’Olocausto e all’antisemitismo è stato un faro che ha sbarrato la strada sbagliata e nel contempo indicato la direzione giusta. L’insegnamento, la lezione che scaturisce dalla reazione alla barbarie dei campi di concentramento nazisti, da sola, era più che sufficiente ad impedire che il popolo palestinese fosse sottoposto al genocidio che vive oggi quotidianamente. Affinché questo genocidio fosse reso possibile è stato necessario per il governo israeliano e per larghissima parte del sionismo rovesciare completamente l’insegnamento che da 7 milioni di morti era emerso: non più “Mai più per nessuno”, ma invece, “Mai più per noi”. Questo rovesciamento in cui un insegnamento universale e che riguarda tutta l’umanità diventa una una sorta di protezione particolare per la popolazione di uno Stato – da non confondere in alcun modo con il popolo ebraico – è la negazione dell’insegnamento che era scaturito in reazione all’Olocausto.
Non solo. E’ questo “mai più per noi” che Netanyahu utilizza in continuazione per affermare un inesistente stato di emergenza sull’esistenza dello Stato di Israele e per giustificare il genocidio dei palestinesi.
Per questo non basta condannare Netanyahu e le sue azioni, occorre smascherare l’operazione ideologica che il governo israeliano oggi sostiene: l’aver trasformato l’Olocausto in una legittimazione del genocidio del popolo palestinese, distruggendo così l’insegnamento che l’Olocausto aveva portato alla coscienza dell’umanità. Occorre disvelare come lo spostamento attuato dai sionisti dal “Mai più per nessuno”, al “Mai più per noi”, ripiombi l’umanità nel pieno della barbarie in cui i governanti israeliani non solo compiono un genocidio, ma lo compiono privi di sensi di colpa perché l’utilizzare l’olocausto come propria giustificazione apre la strada ad una totale immoralità, all’assenza di limiti: all’assenza di umanità.
Non si potrà mai fermare Netanyahu se non si denuncerà l’uso strumentale dell’Olocausto e il completo stravolgimento del suo insegnamento posto in essere da Netanyahu e dai suoi sostenitori. Boicottare le merci di Israele è necessario, boicottarne le idee ancora di più.
Appello del vicesegretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Jamil Mazhar
Unità nazionale per affrontare i piani sionisti-americani di sfollamento e pulizia etnica
Alla luce dei pericolosi sviluppi che sono stati nuovamente rivelati attraverso le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che non si sono limitate a giustificare i crimini dell’occupazione e a fornirle armi, ma si sono estese a rivelare le intenzioni americane di controllare la Striscia di Gaza e imporre accordi volti a sfollare con la forza il nostro popolo e a ridisegnare il panorama politico e geografico in modo da servire l’occupazione e i suoi progetti espansionistici, noi del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina chiediamo una posizione nazionale unita e seria per contrastare questi progetti di liquidazione che prendono di mira la nostra esistenza, identità e diritti storici.
Ciò a cui il nostro popolo è sottoposto oggi in termini di aggressione sionista su vasta scala, escalation di aggressioni e piani di giudaizzazione in Cisgiordania, nonché premeditate intenzioni sioniste per lo spostamento forzato sistematico del nostro popolo, fa parte di un piano integrato che mira a riprodurre una nuova Nakba con il diretto supporto americano. Le recenti dichiarazioni di Trump sulla necessità di un “controllo completo su Gaza” rivelano chiaramente le vere intenzioni dell’amministrazione statunitense e dei suoi partner nell’entità sionista, che cercano di svuotare la Striscia dei suoi residenti per raggiungere piani che prendono di mira la Cisgiordania imponendo nuovi fatti sul terreno. Non è più accettabile che lo stato di attesa o di frammentazione e divisione nell’arena palestinese continui. Piuttosto, ciò che è richiesto oggi è un confronto completo e unitario di questi pericoli, rifiutando tutte le differenze interne e impegnandosi immediatamente in un confronto nazionale e popolare completo.
In questo contesto, chiediamo:
Chiedere al Presidente Mahmoud Abbas di convocare un incontro immediato dei segretari generali delle fazioni palestinesi per sviluppare un piano nazionale unificato per affrontare i pericoli che minacciano la causa palestinese e ostacolare i piani americano-sionisti. Questo incontro dovrebbe portare alla formazione di una leadership nazionale temporanea che gestirà il campo e il confronto politico, rafforzerà la fermezza del nostro popolo, organizzerà movimenti popolari e resistenza contro l’occupazione e ostacolerà progetti di sfollamento e liquidazione.
Formare un governo di consenso nazionale per gestire la situazione in Cisgiordania e a Gaza, guidare le operazioni di ricostruzione e soccorso, rompere l’assedio e coordinare gli sforzi politici, diplomatici e legali per perseguire l’occupazione per i suoi crimini.
Intensificare lo scontro nella Cisgiordania occupata rafforzando il lavoro di resistenza in tutte le sue forme contro l’esercito di occupazione e le bande di coloni e imponendo nuove equazioni che pongano fine al terrorismo sionista in corso contro il nostro popolo.
Costruire una posizione araba e internazionale a sostegno del nostro popolo attraverso un’intensa azione per denunciare i piani americano-sionisti, mobilitando la più ampia solidarietà politica e popolare con la nostra lotta, imponendo l’isolamento internazionale all’entità sionista e bloccando qualsiasi tentativo di fornire copertura internazionale o regionale per progetti di sfollamento e liquidazione, in particolare i piani di Trump.
Ci troviamo di fronte a un pericolo esistenziale che richiede la mobilitazione di tutte le energie del nostro popolo e l’unione degli sforzi per contrastare l’aggressione americano-sionista, impegnandosi anche a sconfiggere tutti i tentativi di smantellare o liquidare la nostra causa. Le recenti dichiarazioni americane sono un chiaro annuncio delle intenzioni di Trump e dell’occupazione, e sono un avvertimento per tutte le forze nazionali che la nostra battaglia odierna è una battaglia per l’esistenza, che richiede unità di posizione e l’investimento di tutte le energie nel servire l’obiettivo di sventare questi piani.
Vice Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – Jamil Mazhar Giovedì: 6-febbraio-2025
Siamo 99 medici, chirurghi, infermieri specializzati, infermiere e ostetriche americani che hanno fatto volontariato nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. In totale, abbiamo trascorso 254 settimane di volontariato negli ospedali e nelle cliniche di Gaza. Abbiamo lavorato con varie organizzazioni non governative e con l’Organizzazione mondiale della sanità in ospedali e cliniche in tutta la Striscia. Oltre alla nostra competenza medica e chirurgica, molti di noi hanno un background in sanità pubblica, nonché esperienza di lavoro in zone umanitarie e di conflitto, tra cui l’Ucraina durante la brutale invasione russa. Alcuni di noi sono veterani e riservisti. Siamo un gruppo multireligioso e multietnico. Nessuno di noi sostiene gli orrori commessi il 7 ottobre da gruppi armati e individui palestinesi in Israele. La Costituzione dell’Organizzazione mondiale della sanità afferma: «La salute di tutti i popoli è fondamentale per il raggiungimento della pace e della sicurezza e dipende dalla più completa cooperazione di individui e Stati». È con questo spirito che vi scriviamo in questa lettera aperta.
Siamo tra i soli osservatori neutrali a cui è stato permesso di entrare nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre. Data la nostra vasta competenza e l’esperienza diretta di lavoro in tutta Gaza, siamo in una posizione unica per commentare diverse questioni di importanza per il nostro Governo mentre decide se continuare a sostenere l’attacco e l’assedio di Israele nella Striscia di Gaza. In particolare, crediamo di essere ben posizionati per commentare l’enorme tributo umano dell’attacco di Israele a Gaza, in particolare il tributo che hanno pagato donne e bambini. Questa lettera raccoglie e riassume le nostre esperienze e osservazioni dirette a Gaza. La lettera è accompagnata da un’appendice dettagliata che riassume le informazioni disponibili al pubblico da fonti mediatiche, umanitarie e accademiche su aspetti chiave dell’invasione di Gaza da parte di Israele. Sia questa lettera che l’appendice sono disponibili elettronicamente su GazaHealthcareLetters.org. Questo sito web ospita anche lettere di operatori sanitari canadesi e britannici ai rispettivi governi, che fanno molte osservazioni simili a quelle qui contenute. Questa lettera e l’appendice mostrano prove evidenti che il bilancio delle vittime a Gaza da ottobre è molto più alto di quanto si creda negli Stati Uniti. È probabile che il bilancio delle vittime di questo conflitto sia già superiore a 118.908, uno sbalorditivo 5,4% della popolazione di Gaza. Il nostro Governo deve agire immediatamente per prevenire una catastrofe ancora peggiore di quella che è già capitata alla popolazione di Gaza e Israele. Un cessate il fuoco deve essere imposto alle parti in guerra, negando il supporto militare a Israele e sostenendo un embargo internazionale sulle armi a Israele e a tutti i gruppi armati palestinesi. Crediamo che il nostro Governo sia obbligato a farlo, sia in base alla legge americana che al diritto umanitario internazionale. Crediamo anche che sia la cosa giusta da fare.
«Non ho mai visto ferite così orribili, su così vasta scala, con così poche risorse. Le nostre bombe stanno falciando donne e bambini a migliaia. I loro corpi mutilati sono un monumento alla crudeltà» (dott. Feroze Sidhwa, chirurgo traumatologico e di terapia intensiva, chirurgo generale del Veterans Affairs). Con solo marginali eccezioni, tutti a Gaza sono malati, feriti o entrambi. Ciò include ogni operatore umanitario nazionale, ogni volontario internazionale e probabilmente ogni ostaggio israeliano: ogni uomo, donna e bambino. Mentre lavoravamo a Gaza abbiamo visto una malnutrizione diffusa nei nostri pazienti e nei nostri colleghi sanitari palestinesi. Ognuno di noi ha perso peso rapidamente a Gaza nonostante avesse un accesso privilegiato al cibo e avesse portato con sé il proprio cibo supplementare ricco di nutrienti. Abbiamo prove fotografiche di malnutrizione pericolosa per la vita nei nostri pazienti, in particolare nei bambini, che siamo ansiosi di condividere con voi. Praticamente ogni bambino di età inferiore ai cinque anni che abbiamo incontrato, sia dentro che fuori dall’ospedale, aveva sia tosse che diarrea acquosa. Abbiamo riscontrato casi di ittero (che indicano un’infezione da epatite A in tali condizioni) in quasi tutte le stanze degli ospedali in cui abbiamo prestato servizio e in molti dei nostri colleghi sanitari a Gaza. Una percentuale sorprendentemente alta delle nostre incisioni chirurgiche si è infettata a causa della combinazione di malnutrizione, condizioni operatorie impossibili, mancanza di forniture igieniche di base come il sapone e mancanza di forniture chirurgiche e farmaci, compresi gli antibiotici. La malnutrizione ha portato ad aborti spontanei diffusi, neonati sottopeso e all’incapacità delle neo mamme di allattare al seno. Ciò ha lasciato i loro neonati ad alto rischio di morte data la mancanza di accesso all’acqua potabile in qualsiasi parte di Gaza. Molti di quei bambini sono morti. A Gaza abbiamo visto madri malnutrite nutrire i loro neonati sottopeso con latte artificiale fatto con acqua inquinata. Non potremo mai dimenticare che il mondo ha abbandonato queste donne e questi bambini innocenti. «Ogni giorno vedevo morire dei bambini. Erano nati sani. Le loro madri erano così malnutrite che non potevano allattare al seno e noi non avevamo latte artificiale o acqua pulita per nutrirli, quindi morivano di fame» (Asma Taha, infermiera pediatrica).
Vi esortiamo a rendervi conto che a Gaza imperversano epidemie. Il continuo e ripetuto spostamento da parte di Israele della popolazione malnutrita e malata di Gaza, metà della quale è composta da bambini, verso aree senza acqua corrente o persino servizi igienici disponibili è assolutamente traumatico. Era e rimane destinato a causare una morte diffusa per malattie diarroiche virali e batteriche e polmoniti, in particolare nei bambini di età inferiore ai cinque anni. In effetti, persino il temuto virus della poliomielite è riemerso a Gaza a causa di una combinazione di distruzione sistematica delle infrastrutture igienico-sanitarie, malnutrizione diffusa che indebolisce il sistema immunitario e bambini piccoli che hanno saltato le vaccinazioni di routine per quasi un anno intero. Temiamo che migliaia di persone siano già morte a causa della combinazione letale di malnutrizione e malattie e che decine di migliaia di altre moriranno nei prossimi mesi, soprattutto con l’inizio delle piogge invernali a Gaza. La maggior parte di loro saranno bambini piccoli.I bambini sono universalmente considerati innocenti nei conflitti armati. Tuttavia, ogni singolo firmatario di questa lettera ha visto bambini a Gaza che hanno subito violenze che devono essere state deliberatamente dirette contro di loro. In particolare, ognuno di noi che ha lavorato in un pronto soccorso, in terapia intensiva o in un ambiente chirurgico ha curato bambini preadolescenti che sono stati colpiti alla testa o al petto regolarmente o addirittura quotidianamente. È impossibile che una sparatoria così diffusa di bambini piccoli in tutta Gaza, sostenuta nel corso di un anno intero, sia accidentale o sconosciuta alle massime autorità civili e militari israeliane. Presidente Biden e vicepresidente Harris, vorremmo che poteste vedere gli incubi che affliggono così tanti di noi da quando siamo tornati: sogni di bambini mutilati e mutilati dalle nostre armi e delle loro madri inconsolabili che ci implorano di salvarli. Vorremmo che poteste sentire le grida e le urla che le nostre coscienze non ci faranno dimenticare. Non riusciamo a capire perché continuate ad armare il paese che sta deliberatamente uccidendo questi bambini in massa.
«Ho visto così tanti nati morti e morti materne che avrebbero potuto essere facilmente evitati se gli ospedali avessero funzionato normalmente» (dott. ssa Thalia Pachiyannakis, ostetrica e ginecologa). Le donne incinte e che allattavano che abbiamo curato erano particolarmente malnutrite. Quelle di noi che lavoravano con donne incinte vedevano regolarmente nati morti e morti materne che erano facilmente evitabili nel sistema sanitario di qualsiasi paese in via di sviluppo. Il tasso di infezione nelle incisioni del taglio cesareo era sorprendente. Le donne hanno subito parti vaginali e persino cesarei senza anestesia e non hanno ricevuto altro che Tylenol in seguito perché non erano disponibili altri antidolorifici. Abbiamo tutti osservato i reparti di emergenza sopraffatti da pazienti che cercavano cure per condizioni mediche croniche come insufficienza renale, ipertensione e diabete. A parte i pazienti traumatizzati, la maggior parte dei letti di terapia intensiva era occupata da pazienti con diabete di tipo 1 che non avevano più accesso all’insulina. La mancanza di disponibilità di farmaci, la perdita diffusa di elettricità e refrigerazione e l’accesso incostante al cibo hanno reso impossibile la gestione di questa malattia. Israele ha distrutto più della metà delle risorse sanitarie di Gaza e ha ucciso quasi mille operatori sanitari palestinesi, più di uno su 20 operatori sanitari di Gaza. Allo stesso tempo, le esigenze sanitarie sono aumentate enormemente a causa della combinazione letale di violenza militare, malnutrizione, malattie e sfollamento. Gli ospedali in cui lavoravamo erano privi di forniture di base, dal materiale chirurgico al sapone. Erano regolarmente tagliati fuori dall’elettricità e dall’accesso a Internet, negavano acqua pulita e operavano con quattro o sette volte la loro capacità di posti letto. Ogni ospedale era sopraffatto oltre il punto di rottura da sfollati in cerca di sicurezza, dal flusso costante di pazienti malati e malnutriti in cerca di cure e dall’enorme afflusso di pazienti gravemente feriti che di solito arrivavano in eventi di vittime di massa.
Queste osservazioni e il materiale disponibile al pubblico dettagliato nell’appendice ci portano a credere che il bilancio delle vittime di questo conflitto sia molte volte superiore a quanto riportato dal Ministero della Salute di Gaza. Crediamo anche che questa sia una prova evidente di diffuse violazioni delle leggi americane che regolano l’uso di armi americane all’estero e del diritto umanitario internazionale. Non possiamo dimenticare le scene di insopportabile crudeltà verso donne e bambini, a cui il nostro Governo è direttamente partecipe.
Quando abbiamo incontrato i nostri colleghi sanitari a Gaza, era chiaro che erano malnutriti e devastati sia fisicamente che mentalmente. Abbiamo rapidamente appreso che i nostri colleghi sanitari palestinesi erano tra le persone più traumatizzate a Gaza, e forse nel mondo intero. Come praticamente tutte le persone a Gaza avevano perso familiari e le loro case. La maggior parte viveva dentro e intorno ai loro ospedali con i familiari sopravvissuti in condizioni inimmaginabili. Sebbene continuassero a lavorare con un programma massacrante, non venivano pagati dal 7 ottobre. Tutti erano perfettamente consapevoli che il loro lavoro come operatori sanitari li aveva segnati come obiettivi per Israele. Ciò rende una presa in giro lo status protetto concesso agli ospedali e agli operatori sanitari dalle più antiche e ampiamente accettate disposizioni del diritto internazionale umanitario. Abbiamo incontrato personale sanitario a Gaza che lavorava in ospedali che erano stati saccheggiati e distrutti da Israele. Molti di questi nostri colleghi sono stati arrestati da Israele durante gli attacchi. Ci hanno tutti raccontato una versione leggermente diversa della stessa storia: durante la prigionia venivano a malapena nutriti, continuamente abusati fisicamente e psicologicamente e infine abbandonati nudi sul ciglio di una strada. Molti ci hanno detto di essere stati sottoposti a finte esecuzioni e altre forme di maltrattamento e tortura. Troppi dei nostri colleghi sanitari ci hanno detto che stavano semplicemente aspettando di morire. I 99 firmatari di questa lettera hanno trascorso complessivamente 254 settimane all’interno dei più grandi ospedali e cliniche di Gaza. Vogliamo essere assolutamente chiari: nessuno di noi ha mai visto alcun tipo di attività militante palestinese in uno qualsiasi degli ospedali o altre strutture sanitarie di Gaza. Vi esortiamo a vedere che Israele ha sistematicamente e deliberatamente devastato l’intero sistema sanitario di Gaza e che Israele ha preso di mira i nostri colleghi a Gaza per torturarli, farli sparire e ucciderli.
Presidente Biden e vicepresidente Harris, qualsiasi soluzione a questo problema deve iniziare con un cessate il fuoco immediato e permanente. Apprezziamo il fatto che stiate lavorando a un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, ma avete trascurato un fatto ovvio: gli Stati Uniti possono imporre un cessate il fuoco alle parti in guerra semplicemente interrompendo le spedizioni di armi a Israele e annunciando che parteciperemo a un embargo internazionale sulle armi sia a Israele che a tutti i gruppi armati palestinesi. Sottolineiamo ciò che molti altri vi hanno ripetutamente detto nell’ultimo anno: la legge americana è perfettamente chiara su questa questione, continuare ad armare Israele è illegale.
Presidente Biden e vicepresidente Harris, vi esortiamo a sospendere immediatamente il supporto militare, economico e diplomatico allo Stato di Israele e a partecipare a un embargo internazionale sulle armi di Israele e di tutti i gruppi armati palestinesi fino a quando non verrà stabilito un cessate il fuoco permanente a Gaza, incluso il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e palestinesi e fino a quando non verrà negoziata una risoluzione permanente del conflitto israelo-palestinese tra le due parti. Vicepresidente Harris, come probabile prossimo presidente degli Stati Uniti, vi esortiamo ad annunciare pubblicamente il vostro sostegno a tale politica e a dichiarare pubblicamente che siete tenuti a rispettare le leggi degli Stati Uniti anche quando farlo è politicamente scomodo.
Presidente Biden e Vicepresidente Harris, siamo 99 medici e infermieri americani che hanno assistito a crimini oltre ogni comprensione. Crimini che non possiamo credere che vogliate continuare a sostenere. Vi preghiamo di incontrarci per discutere di ciò che abbiamo visto e del perché riteniamo che la politica americana in Medio Oriente debba cambiare immediatamente.
Nel frattempo, ribadiamo quanto scritto nella nostra lettera del 25 luglio 2024:
Il valico di Rafah tra Gaza ed Egitto deve essere immediatamente riaperto e deve consentire la consegna di aiuti senza restrizioni da parte di organizzazioni umanitarie internazionali riconosciute. I controlli di sicurezza delle consegne di aiuti devono essere condotti da un regime di ispezione internazionale indipendente anziché dalle forze israeliane. Questi controlli devono essere basati su un elenco chiaro, inequivocabile e pubblicato di articoli proibiti e con un chiaro meccanismo internazionale indipendente per contestare gli articoli proibiti, come verificato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari nel territorio palestinese occupato.
Una dotazione minima di acqua di 15 litri di acqua potabile a persona al giorno, il minimo del Manuale Sphere in un’emergenza umanitaria, deve essere assegnata alla popolazione di Gaza, come verificato da UN Water.
Deve essere ripreso l’accesso completo e senza restrizioni di professionisti medici e chirurgici e di attrezzature mediche e chirurgiche alla Striscia di Gaza. Ciò deve includere gli articoli portati nei bagagli personali degli operatori sanitari per salvaguardarne la corretta conservazione, sterilità e consegna tempestiva, come verificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Incredibilmente, Israele continua a impedire agli operatori sanitari di origine palestinese di lavorare a Gaza, persino ai cittadini americani. Ciò prende in giro l’ideale americano secondo cui “tutti gli uomini sono creati uguali” e degrada sia i nostri ideali nazionali che la nostra professione. Il nostro lavoro salva vite. I nostri colleghi sanitari palestinesi a Gaza sono disperatamente alla ricerca di sollievo e protezione, e meritano entrambe le cose.
Non siamo politici. Non pretendiamo di avere tutte le risposte. Siamo semplicemente professionisti della guarigione che non possono rimanere in silenzio su ciò che abbiamo visto a Gaza. Ogni giorno in cui continuiamo a fornire armi e munizioni a Israele è un altro giorno in cui le donne vengono fatte a pezzi dalle nostre bombe e i bambini vengono assassinati dai nostri proiettili.
Presidente Biden e vicepresidente Harris, vi esortiamo: ponete fine a questa follia ora! Sinceramente
A chi fa strage di bambini, a chi disprezza l’Uomo che si trova accanto, a cui ha rubato casa, terra e futuro, a chi ha la sfacciataggine di rivendicare i massacri che compie in nome di deliranti visioni del mondo e del suo divenire, rispondiamo, ALMENO, con una fragorosa e partecipata protesta di piazza. I criminali sionisti non ci piglieranno per stanchezza!!!!
La visita di Blinken ha portato a un’escalation di massacri lungo la Striscia di Gaza.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha confermato che il risultato diretto della visita del Segretario di Stato americano Antony Blinken nella regione è l’escalation di massacri lungo la Striscia di Gaza e un aumento del ritmo della guerra genocida contro il nostro popolo, in mezzo al supporto e all’appoggio assoluti forniti dall’amministrazione americana all’entità criminale sionista.
L’amministrazione americana sta guidando questo genocidio, mobilitando le sue flotte nella regione per continuare il genocidio del nostro popolo e l’aggressione contro i popoli della regione. Non c’è soluzione a questo brutale attacco coloniale se non la resistenza in tutta la regione.
Blinken ha concesso al governo nemico un nuovo mandato per continuare l’aggressione e la guerra genocida, che l’esercito di occupazione criminale ha tradotto in massacri e operazioni di sfollamento nella Striscia di Gaza, l’ultima delle quali è stata l’assedio di decine di migliaia di sfollati a ovest di Khan Younis con carri armati e bombardamenti.
Gli Stati Uniti non sono un mediatore e ciò che sta accadendo non è un conflitto marginale. Questo è un genocidio guidato dall’amministrazione americana, profondamente coinvolta nella sua pianificazione ed esecuzione insieme al nemico criminale. I popoli della regione devono accogliere la visita del criminale di guerra Antony Blinken con rabbia e rivolte contro i crimini di guerra sionisti-americani contro il nostro popolo.
Gli Stati Uniti hanno deciso di genocidiare il nostro popolo a Gaza per garantire il controllo dell’entità sionista sull’intera regione, senza incontrare alcuna significativa opposizione internazionale o araba a questo crimine storico. La guerra genocida ha rivelato l’entità della dipendenza e dell’umiliazione che i governi e le élite arabe hanno scelto come loro strada.
Il nostro popolo, con le sue capacità limitate, non può fermare il genocidio e ha urgente bisogno dell’aiuto di tutti i suoi alleati e amici per affrontare la coalizione genocida. Tuttavia, può trovare e attivare strumenti per infliggere costi elevati all’occupante e a tutti coloro che hanno partecipato al genocidio del nostro popolo.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina Dipartimento Centrale dei Media 20 agosto 2024
Il Movimento di Resistenza Islamica – Hamas e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina a Gaza hanno tenuto un importante incontro bilaterale oggi, mercoledì 31 luglio 2024, nel mezzo della battaglia contro l’alluvione di Al-Aqsa e della guerra genocida che ha preso di mira il nostro popolo palestinese a Gaza, in Cisgiordania, Al-Quds, i territori occupati e la diaspora, nonché il maltrattamento dei prigionieri, la giudaizzazione di Al-Quds e Al-Aqsa e il furto di terre da parte degli insediamenti sionisti.
I partecipanti hanno pianto la perdita della Palestina e del grande leader nazionale della nazione, il martire Ismail Abdul Salam Haniyeh, capo dell’ufficio politico del Movimento di resistenza islamica – Hamas. Hanno affermato che il suo sangue puro non sarà sprecato e che il nemico sionista pagherà il prezzo dei suoi crimini e delle sue aggressioni. Il sangue del leader Haniyeh illuminerà il percorso verso la liberazione, il ritorno e l’indipendenza.
Il Fronte Popolare e Hamas hanno sottolineato quanto segue:
Estendiamo saluti, gratitudine e apprezzamento al nostro popolo palestinese in tutti i luoghi in cui è presente, in particolare al nostro popolo risoluto e in lotta a Gaza, e alla nostra coraggiosa resistenza ovunque esista e ovunque operi, che sta creando una leggenda nella resistenza e lottare con il suo sangue. Salutiamo anche i nostri giusti martiri, i nostri nobili feriti e i nostri prigionieri liberi. Affermiamo che la resistenza è un diritto legittimo, una scelta strategica e un viaggio continuo verso la liberazione, l’indipendenza e la fondazione dello Stato palestinese sull’intero suolo nazionale palestinese con Al-Quds come capitale.
Salutiamo la resistenza del nostro popolo nella Cisgiordania occupata e chiediamo al nostro popolo di fornire tutti i mezzi di protezione e sostegno ai nostri eroi della resistenza e di affrontare tutte le forme di persecuzione.
Fermare l’aggressione, proteggere il nostro popolo, il ritiro dell’occupazione da Gaza, rompere l’assedio e aprire i valichi sono priorità nazionali per il nostro popolo e la sua coraggiosa resistenza. Ciò che viene definito (il giorno dopo la guerra) è un giorno per il popolo palestinese, le sue forze vive e la sua resistenza. Qualsiasi tentativo di imporre progetti che tolgano il diritto del nostro popolo ad una decisione nazionale indipendente, indipendentemente dalla fonte, sarà affrontato proprio come affrontiamo l’occupazione sionista. Qualsiasi forza, indipendentemente dalla sua nazionalità, sarà considerata una forza occupante e condividerà lo stesso destino.
Chiediamo al nostro popolo nei territori occupati, in Cisgiordania e ad Al-Quds di intensificare lo scontro e la resistenza contro l’occupazione e di affrontare i suoi progetti criminali e le sue bande criminali.
La guerra genocida non ripristinerà il deterioramento dello status dell’occupazione o il suo potere deterrente, che si sta sgretolando sotto i piedi degli eroi della nostra valorosa resistenza.
Chiediamo al governo e alle sue agenzie specializzate di colpire con pugno di ferro chiunque osi diventare uno strumento dell’occupazione, intenzionalmente o meno. Chiediamo alle tribù e alle famiglie del nostro popolo di continuare a sostenere il governo e le agenzie di sicurezza nell’applicazione della legge, nel mantenimento dell’ordine pubblico e nel dissuadere coloro che sono indisciplinati e trasgressori.
La riforma e lo sviluppo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e del sistema politico palestinese rappresentano un interesse nazionale urgente su cui tutte le fazioni nazionali hanno concordato, più recentemente in Cina. Ciò garantisce la partecipazione di tutti i palestinesi e delle loro forze viventi, rendendola capace di realizzare le speranze e le aspirazioni del nostro popolo per la liberazione, la libertà e la creazione di uno stato palestinese indipendente con Al-Quds come capitale.
Chiediamo al nostro popolo, alla nostra nazione e ai popoli liberi del mondo di considerare il 3 agosto come una giornata globale di sostegno di massa per il nostro popolo e i nostri coraggiosi prigionieri.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina Movimento di resistenza islamica – Hamas Mercoledì 31 luglio 2024
L’occupazione intensifica la sua aggressione contro Gaza City e bombarda i civili utilizzando armi americane proibite a livello internazionale, e non raccoglierà altro che vergogna e sconfitta.
Gaza City è testimone di una serie di continui attacchi aerei e cinture di fuoco “israeliani”, i più intensi degli ultimi mesi. Questi attacchi mirano a spianare la strada ai veicoli “israeliani” per tentare di entrare nelle aree della città, in particolare nei quartieri di Al-Daraj e Al-Tuffah, che non erano riusciti a prendere d’assalto nelle precedenti invasioni.
L’obiettivo principale dell’occupazione è continuare la distruzione sistematica e uccidere il maggior numero possibile di civili disarmati, creando ulteriori crisi umanitarie dopo aver chiesto a migliaia di civili di evacuare le loro case e fuggire sotto il fuoco dell’artiglieria pesante, dovendo dormire per terra e per strada senza poter portare via nulla dalle loro case.
L’occupazione continua ad assediare le aree di Tal Al-Hawa e Al-Rimal, mentre le famiglie sono intrappolate attorno alle università e alle rotonde industriali, utilizzando tutti i tipi di armi di fabbricazione americana proibite a livello internazionale contro il nostro popolo nella Striscia nel disperato tentativo di imporre la sua volontà e raggiungere i suoi obiettivi aggressivi.
L’unica cosa rimasta a questo nemico fascista è usare armi nucleari, rivelando la portata della sua brutalità e disponibilità a oltrepassare tutte le linee rosse e a violare tutte le leggi e norme internazionali senza responsabilità.
Questa escalation sionista mira anche a fare pressione sulla resistenza affinché ammorbidisca la sua posizione nei negoziati. È un metodo vile e codardo che si basa sul prendere di mira e uccidere i civili e distruggere le loro case come mezzo di ricatto; tuttavia, la resistenza è pienamente consapevole di questi tentativi sionisti, determinata a soddisfare tutte le sue richieste, ad affrontare la nuova escalation sionista e a contrastare i suoi obiettivi dannosi, avendo in mano le carte della pressione e della forza per raggiungere questo obiettivo.
Da questi crimini il nemico sionista non raccoglierà altro che vergogna e sconfitta; il nostro popolo e la resistenza hanno dimostrato la loro capacità di resistere e sfidare un’aggressione brutale e codarda, e questa nuova aggressione a Gaza City senza dubbio fallirà, con l’occupazione che uscirà sconfitta e umiliata dopo aver ricevuto colpi significativi dalla resistenza.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina Dipartimento centrale dei media 8 luglio 2024
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