Di rapporto in rapporto, mettere in evidenza la politica sistematica, deliberata di genocidio portata avanti dall’entità sionista che occupa da decenni la Palestina, è quanto sta facendo Francesca Albanese.
Francesca Albanese, relatrice speciale ONU per i territori palestinesi occupati, è stata messa al bando, sottoposta a sanzioni imposte dagli USA. Sanzioni dovute a quanto da lei denunciato, come nelle ultime 24 pagine di Quando il mondo dorme, dove si evidenziano i legami militari, commerciali e diplomatici, perché – riprendendo l’ultimo suo rapporto- “Il genocidio …. è un crimine a livello internazionale”.
Sono passati 5 mesi dal momento in cui Rizzoli ha edito Quando il mondo dorme, e quanto l’autrice ci descrive è tutto lì: un genocidio in piena regola. Quanto abbiamo sotto mano travalica, volutamente e consapevolmente, la denuncia su quanto l’occupazione sta portando avanti. In queste pagine ci imbattiamo in qualcosa che non può, e non deve, essere rimosso: storia, presente e futuro di una Palestina in pericolo; un’occupazione che non può essere, stando a quel diritto internazionale al quale in tanti si appigliano, che illegale. Assistiamo, succubi, ad un’ opera di distruzione totale, metodica e pianificata. I luoghi comuni: “Israele vuole colpire Hamas e non i palestinesi” verso i quali la propaganda di parte tende ad orientare l’opinione pubblica, vengono metodicamente confutati.
Albanese ci descrive cosa sia, e come sia percepito, il genocidio; l’infanzia in Palestina, con i bambini, vero proprio tiro al bersaglio in quanto potenziale pericolo. Bambini, che diventano grandi al di là della reale età, con una domanda la cui risposta non può essere rivolta solo a loro: “com’è possibile tutto questo?”, anche se, loro, sono l’infanzia in Palestina.
I palestinesi non vogliono essere statistiche, non vogliono essere un popolo umiliato, non vogliono dipendere dagli “aiuti umanitari”; amano la loro casa in quanto luogo dove poter crescere e sognare, si contrappongono a tu per tu con l’occupazione che colpisce ogni aspetto della quotidianità. La vita dei palestinesi è contraddistinta da famiglie senza casa, da infanzia negata perché segnata da ansia ed incertezza, dal crescere in una prigione a cielo aperto.
Quando il mondo dorme va nella direzione di ribaltare la “narrazione” ufficiale. Un libro che va oltre la questione riconducibile all’adolescenza vissuta in Palestina che non può affrontare, e sostenere, l’autodeterminazione, come diritto ad esistere, ma soprattutto è un libro che mette in risalto l’aspetto umanitario rispetto a quello politico, con una denuncia dei fondi pensione e del dominio delle banche. Si sofferma sullo spaziocidio, cioè quello spazio urbano modificato a vantaggio della dominazione militare e politica e sull’uso del linguaggio: territori contesi, conflitto, popolazione ostile. Essendo un accanito lettore di noir, non posso non prendere in considerazione la frase: “se la Palestina fosse la scena di un crimine, ci sarebbero le impronte di tutti noi”. Preservare come memoria collettiva, questo è quanto si può trarre.
Francesca Albanese, Quando il mondo dorme, Rizzoli, Milano 2025, pp. 288, euro 18
Edoardo Todaro
E’ tra i collaboratori con le sue recensioni di Carmilla Online, Giallo e Cucina, Osservatorio contro la repressione, La Città invisibile, oltra a svolgere la sua militanza in realtà autogestite (CPA, Firenze per la Palestina)
Ci permettiamo di segnalare la presentazione di “Il giorno in cui morì la musica. La strage della Miami Showband e l’Irlanda nel caos”, l’ultimo libro di Riccardo Michelucci (giornalista che da moltissimi anni si occupa di storia e politica irlandese): assieme all’autore ci saranno Dmitrij Palagi (consigliere comunale di Sinistra Progetto Comune) e Martina Agnoletti (giornalista di Novaradio). L’appuntamento è per martedì 4 novembre alle ore 17:15 nella Sala Storica Dino Campana della Biblioteca delle Oblate (via dell’Oriuolo, Firenze).
Irlanda del Nord, 1975. In una drammatica notte d’estate i musicisti del più popolare gruppo rock del Paese, la Miami Showband (noti all’epoca come “i Beatles irlandesi”), cadono vittima di un attentato diabolico in cui tre di loro rimangono uccisi. A compiere la strage è un gruppo di killer protestanti che in quei mesi ha trasformato il confine irlandese in una terra di nessuno definita “il triangolo della morte”. Ma fin da subito emergono responsabilità evidenti dell’esercito e dei servizi di sicurezza dello Stato britannico. Quell’attentato distruggerà per sempre il fenomeno delle sale da ballo irlandesi, di grande successo in quegli anni nonostante la feroce guerra a bassa intensità che stava sconvolgendo l’isola. La strage dei musicisti della Miami Showband è una delle tante pagine oscure del conflitto anglo-irlandese, un episodio tragicamente emblematico dei segreti e delle collusioni che contribuirono a renderlo il più lungo conflitto dell’Europa contemporanea. Un racconto basato su fatti realmente accaduti, ricostruiti attraverso la storia delle vittime, le inchieste giudiziarie, gli atti dei processi e le testimonianze dei sopravvissuti.
Riccardo Michelucci è giornalista, traduttore e conduttore radiofonico, scrive per “Avvenire”, “Il venerdìdi Repubblica” e “Focus Storia” occupandosi in particolare di politica internazionale, cultura, memoriae diritti civili. Esperto di politica e cultura dell’Irlanda, ha tradotto e curato testi letterari di autori classici e contemporanei. Tra i suoi libri: Storia del conflitto anglo-irlandese. Otto secoli di persecuzione inglese (Odoya), L’eredità di Antigone. Storie di donne martiri per la libertà (Odoya), Guida alla Firenze ribelle (Voland), Bobby Sands. Un’utopia irlandese (Clichy), Guerra, pace e Brexit. Il lungo viaggio dell’Irlanda (Odoya).
Francesco Quaranta è laureato in Lingue e Letterature Straniere all’università di Pavia. Da tre anni vive e lavora a San Casciano nel settore della ristorazione, in cui ha una lunga esperienza anche di gestione. Nel 2020 ha iniziato a svolgere attività mutualistica con Potere al Popolo presso la Casa del Popolo Marielle Franco di Pavia, dove ha tenuto regolarmente lezioni di italiano per stranieri e doposcuola per le famiglie migranti. È segretario di Sinistra Progetto Comune per San Casciano e addetto stampa per Potere al Popolo San Casciano e insegna l’italiano agli stranieri al Circolo ARCI di Mercatale. È inoltre scrittore e cantante e ha suonato per diversi anni nelle band The Last Project e Lauda. È stato redattore della rivista culturale Verde e ha pubblicato racconti su riviste e antologie edite anche all’estero.
Tatiana Bertini, nata a Montevarchi (AR) e residente a Firenzuola (FI), è laureata in Scienze Infermieristiche e Ostetriche. Da anni è militante e portavoce in coordinamenti, comitati e movimenti, riguardanti salvaguardia dell’ambiente e strategia rifiuti zero, politica energetica verso autoproduzione e autoconsumo, CER e CERS (componente coalizione TESS), diritto alla salute (e difesa sanità pubblica) e all’aborto, politiche di genere, diritto all’abitare e all’istruzione. Dal 2013 al 2024 è stata capogruppo e consigliera di opposizione nel comune di Scarperia prima e Scarperia e San Piero poi. Dal 2014 al 2024 è stata consigliera di opposizione e capogruppo in Unione Montana dei Comuni del Mugello. Tra le altre cose ha pubblicato su QS Toscana“Decreto liste di attesa. Quale futuro per il Sistema Sanitario?” (2024) e “Se il privato sostituisce il pubblico” (2015), e su Obbiettivo Professione Infermieristica“La Sanità nel TTIP” (2015). Candidata nella lista di PAP del 2018, nel collegio plurinominale Toscana 01.
Silvana Nutini è diplomata al Liceo Classico Michelangiolo e ha frequentato la Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Firenze. Dal 2019 è in pensione dopo aver lavorato per 38 anni presso il Comune di Impruneta. Figlia di Renato, partigiano della Brigata Garibaldi, ha iniziato il suo percorso politico ancora quindicenne nella Federazione Giovanile Comunista, poi nel Partito Comunista e infine in Rifondazione Comunista, dove attualmente milita. Ha ricoperto incarichi istituzionali nel proprio Comune nel ruolo di assessore e consigliere comunale fino al 1990. Ha scritto e pubblicato racconti scenici per teatro e fiabe per bambini e collaborato con Metropoli e con la rivista In Chianti con numerosi articoli. Ha promosso la costituzione del gruppo artistico Tratti di Donna e ha curato diverse mostre. Nel 1991 ha ideato, progettato e realizzato la Ludoteca Bufalo D’Acqua. Insieme a Gianni Mazzei ha realizzato il teatrino de I burattini di Lapo, con spettacoli itineranti per bambini in varie manifestazioni e feste. Nel 2002 ha promosso il Progetto Irene, incentrato sulla ricerca della memoria locale per la trasmissione dei valori antifascisti nell’attualità. Attualmente prosegue l’esperienza militante nell’Anpi di Mercatale con cui promuove interventi dentro le scuole e altre iniziative e manifestazioni.
Antonio Matteini è diplomato al Liceo Artistico Alberti a Firenze, dove ha poi studiato Comunicazione. Lavoratore precario e categoria protetta nel settore museale a Firenze, vive da sempre a Grassina, dove è stato consigliere per 8 anni alla SMSFC Casa del Popolo. È inoltre soccorritore presso la Misericordia di Impruneta e socio e volontario presso il Circolo dell’Antella. Nel 2019 è stato candidato sindaco per Potere al Popolo, del cui Coordinamento Nazionale fa attualmente parte. Graniticamente comunista, radicalmente antimperialista e convintamente antisionista. Osare lottare, osare vincere!
Alessandro Valboni Nato a Firenze il 05/04/1958, residente a Castelfranco/PiandiScò (Ar). Conseguita la maturità scientifica si è iscritto alla facoltà di Fisica di Firenze dove si è laureato nel 1986. Dopo la laurea ha collaborato con l’Università di Firenze con la quale ha partecipato a due campagne di misura, per mezzo di palloni sonda, della composizione chimica dell’atmosfera terrestre, dalle basi Nasa di Langley (Va) e Fort Sumner (NM). Dal 1992 ha conseguito il ruolo di docente a tempo indeterminato nella scuola italiana nella quale ha insegnato Fisica fino al settembre 2025, anno di pensionamento. Attivo nel cosiddetto “movimento” fin dal 1972 ha preso la tessera di Rifondazione Comunista già nel 1989 (quando si nominò “movimento per la R C”, in seguito Partito dopo il primo congresso fondativo del 1991). Segretario del circolo di Pelago (Fi) dall’inizio degli anni ‘90, ha in seguito ricoperto il ruolo di consigliere comunale dal 1992 al 1996 quando ha ricoperto la carica di assessore a Scuola e Cultura e quella di Vicesindaco del Comune fino al 1998 ( cacciato per far posto ai nascenti renziani). Ha organizzato le feste di Liberazione del 2001, 2002 e 2003 alle Sieci, frazione di Pontassieve. Lasciato il partito nel 2006 per forti disaccordi politici ( appoggio al governo Prodi), si è iscritto nuovamente nel 2022. Attualmente è membro del CPF fiorentino e del CPR della toscana. Convinto marxista ed ateo ( non per cieca adesione ma per convinzione filosofica), si interessa alla macro-economia, strumento di base per la comprensione delle dinamiche sociali italiane e globali. Segue gli studi legati al Cambiamento Climatico ed alle politiche ambientali.
Sindacato Lavoratori Arabi – Nazareth Abbiamo respinto gli appelli israeliani a partecipare allo sciopero di domenica prossima perché non chiede la fine dell’aggressione e della fame contro il nostro popolo a Gaza. ……………… L’Unione dei Lavoratori Arabi a Nazareth ha respinto le richieste delle associazioni israeliane di invitare i lavoratori arabi a partecipare allo sciopero annunciato domenica prossima per fare pressione sul governo israeliano affinché raggiunga un accordo per liberare gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza.
Wahba Badarneh, direttore dell’Unione Araba dei Lavoratori a Nazareth, ha dichiarato: “Ci siamo rifiutati di partecipare e chiediamo questo sciopero perché non chiede esplicitamente la fine della guerra e la fame del nostro popolo a Gaza. Gli appelli a fermare la guerra sono una richiesta concreta per liberare gli ostaggi e aprire la strada alla continuazione della guerra e al genocidio, alle uccisioni e alla fame del nostro popolo a Gaza. Questo nonostante la presenza di alcune voci sulla strada israeliana che chiedono la fine del genocidio e della fame a Gaza. “Badarneh ha aggiunto: “Le richieste umanitarie sono indivisibili. È impossibile chiedere libertà e giustizia per i rapiti mentre le sofferenze umanitarie degli abitanti della Striscia di Gaza vengono completamente ignorate. Qualsiasi appello di protesta e sciopero che non tenga conto della necessità di fermare la guerra e la catastrofe a Gaza può essere considerato solo un segno dell’ipocrisia della società israeliana. Pertanto, ci rifiutiamo categoricamente di partecipare a questo sciopero e invitiamo i lavoratori palestinesi all’interno di Israele a non rispondere alle richieste di partecipare allo sciopero. “
Conclusa la festa del Galluzzo, il 20 luglio, è tempo delle prime considerazioni. La partecipazione registrata quest’anno è stata molto alta, con una certa continuità in tutta la settimana anche se il venerdì, sabato e la domenica (di chiusura), hanno fatto registrare un notevole picco! Più che soddisfacente la partecipazione del pubblico ai dibattiti svolti, caratterizzati dalla competenza degli intervenuti sui vari temi affrontati e gestiti acutamente dai compagni che hanno, volta volta, introdotto e condotto la discussione. La solidarietà con il popolo palestinese perseguitato nella sua propria terra, umiliato, ferito e ucciso sta sempre più diventando un simbolo di tutti gli oppressi in cerca di libertà, dignità e giustizia. Così è stato facile raccogliere una cifra molto significativa tra tutti coloro che si sono recati alla Festa di Rifondazione Comunista dei circoli Firenze Sud-Galluzzo, Bagno a Ripoli che si è svolta dal 14 al 20 luglio in viale Tanini al Galluzzo. Sono stati raccolti infatti, e inviati oggi, 2000€ che saranno destinati per il progetto dell’Asilo Vittorio Arrigoni gestito dall’ Associazione Ghassan Kanafani della sinistra palestinese e distribuiti attraverso il sindacato Al Ard. Ringraziamo tutti i/le compagni/e che hanno contribuito con grande generosità a questa importante iniziativa di sostegno alla lotta per una Palestina Libera!
Per una coalizione plurale e unitaria alterativa al centrodestra e centrosinistra
Evidenziato Che le prossime elezioni regionali in Toscana si terranno – salvo diversa deliberazione nazionale in una finestra temporale di due mesi a partire dal 20 settembre 2025. Ritenuto di doversi preparare all’ipotesi più ristretta di finestra temporale al fine di avere tempi congrui per la raccolta delle firme necessarie per collegio elettorale; Ricordato che la data delle votazioni sarà definita con decreto regionale, e solo da quel momento conosciuta, e che dovremo presentare tutta la documentazione formale, – comprese le firme autenticate e corredate di certificato elettorale, entro i 30 giorni precedenti la stessa data delle votazioni (consegna da prevedere primi di settembre). Che il presidente Giani ha indicato alla stampa che le possibili date per il passaggio elettorale siano il 12 o 19 ottobre anche se ad oggi, non essendo stato emanato nessun decreto regionale in tal senso, un intervento sovraordinato nazionale non si possa escludere Che quindi i tempi per la definizione della proposta politico elettorale sono ristrettissimi. Ricordata la politicamente infame legge elettorale vigente, costruita per rendere particolarmente difficile l’elezione delle forze più piccole che impone una soglia di sbarramento del 5% per le liste non in coalizione, 3% per le liste in coalizione con sbarramento del 10 % per la coalizione Sottolineato altresì che per ostacolare ulteriormente il rinnovamento e l’elezione di nuovi soggetti politici o sociali la raccolta di firme per presentarsi è necessaria solo per le forze politiche non presenti nel consiglio regionale uscente! Ricordato e coerentemente condiviso: che già l’ultimo cpr prima del congresso regionale del partito aveva largamente condiviso la necessità di una presentazione elettorale in alternativa alle destre e al centrosinistra che il documento politico largamente approvato al congresso del 18 maggio us aveva, ribadendo tale collocazione alle prossime elezioni regionali, affermato fra l’altro: “L’obiettivo è costruire insieme a noi una alternativa politica a cominciare dal promuovere pratiche unitarie con tutti quei i soggetti che nella società fanno opposizione alle politiche antipopolari di governo sia regionale che nazionale”… “possiamo così costruire una nostra collocazione a livello elettorale, che sia alternativa alle politiche di destra e del centrosinistra caratterizzate dall’impostazione liberista.” ….”In questo contesto, il PRC toscano si impegna a promuovere lavoro politico ed alleanze elettorali con tutte i soggetti e
le forze politiche disposte a costituire un polo di sinistra alternativo e più ampio possibile a questo sistema di potere e antagonista alla destra. ” …”Come comunisti ci impegniamo a costruire una alternativa di sinistra e antiliberista, anche con quelle forze con cui spesso, in varie realtà locali abbiamo costruito esperienze politico-elettorali vincenti alle ultime tornate amministrative in Toscana.” Richiamati e condivisi i contenuti di merito relativi ai punti politico programmatici presenti nel comunicato della segreteria regionale del 23 giugno us con particolare riferimento alla costruzione di una proposta elettorale ampia e unitaria che si caratterizzi per il no alla guerra, all’economia militare, alla militarizzazione della Toscana, al riarmo europeo e conseguentemente ai suoi nefasti impatti sul welfare, sanità, ambiente e lavoro. Riconosciuto che la segreteria ha promosso una serie di incontri tra forze politiche, forze di sinistra all’opposizione in Consiglio Regionale, liste di cittadinanza ecc – sulla base dei contenuti sovracitati con l’obiettivo di costruire quella alternativa in Toscana ampia e unitaria che si contrapponga con forza alla guerra, alla corsa al riarmo, alla militarizzazione dei territori, che come conseguenza avranno per finanziarsi l’azzeramento delle risorse per il welfare e l’acuirsi delle politiche anti popolari portate avanti anche in Toscana Preso atto della sostanziale condivisione dei punti programmatici esposti e condivisi già unitariamente in esperienze civiche e in pratiche di lotta ma che vi è ancora al momento un impedimento ad assumere a livello regionale – da parte di qualche forza politica – una chiara scelta politica di collocazione all’opposizione segnalando così una vivace discussione tra gruppi territoriali e dirigenza nazionale Evidenziato Che la necessità di una scelta di compagine elettorale ha tempi strettissimi pena l’impossibilità di presentarsi alle elezioni regionali e che quindi nessuna forza potenzialmente interessata può far sforare i tempi di raccolta firme pena determinare l’ impossibilità di presentazione alle elezioni Che ci è stata riconosciuta da tutti I soggetti incontrati la condivisione delle nostre proposte politico programmatiche e la generosità del nostro sforzo per la costruzione di una proposta Che ad ora non si possano definire i confini della proposta a causa, in particolar modo, di elementi di dilazione temporale nella definizione della medesima portati avanti da più di un soggetto audito, in qualche caso favorito – a differenza fra gli altri del prc – dal non dover raccogliere le firme per potersi presentare alle elezioni Che la presenza del partito vada valorizzata anche con un richiamo esplicito del simbolo del partito nel simbolo con cui ci presenteremo alle elezioni regionali Il cpr del prc toscano Impegna la segreteria regionale a proseguire il lavoro di costruzione della proposta politico elettorale più larga e unitaria possibile con tutte le forze politiche e sociali e con liste civiche ad oggi incontrate con cui ci presentarsi alle elezioni regionali, rifuggendo di veti che precludano il profilo alternativo e unitario della lista;
di chiudere tale lavoro nel più breve tempo possibile al fine di lavorare alla definizione del simbolo, (anche avvalendosi di esperti grafici) che della composizione delle liste elettorali per collegio, e quindi avviare la raccolta di firme e la loro autenticazione; di verificare la possibilità di avere il Nostro simbolo sulla scheda elettorale nonostante le formule di alleanza che realizzeremo, anche grazie ad incontri con grafici ed esperti della legge elettorale per un loro contributo per la migliore presentazione del partito alle elezioni di proseguire con lo stesso spirito inclusivo, largo, e non settarlo che ha contraddistinto il lavoro della segreteria e del partito tutto in vista dell’appuntamento elettorale; di prevedere la presentazione in autonomia del Prc con una propria lista alle elezioni stesse qualora ravvisasse l’impossibilità di convergenze definitive con altre forze politiche; la lista a cui darà vita rifondazione comunista dovrà comunque essere articolata e unitaria con le liste civiche e realtà locali con cui abbiamo partecipato con successo alle elezioni comunali lanciando una assemblea pubblica regionale che dia visibilità alla proposta politica; di presentare un programma di informazione e diffusione della coalizione elettorale a cui partecipa il partito e di valorizzazione dei propri candidati: Il cpr quindi impegna la segreteria regionale a perseguire questa strada con l’impegno altresì di riconvocare il cpr a brevissimo per ratificare le scelte dovute, se possibile. CPR 29/06/2025 EMPOLI ODG APPROVATO con 31 voti a favore, 24 astensioni
Fondi PNRR per le armi? D’Accordo in Europa PD e Fratelli d’Italia. E qui si potenziano le infrastrutture di servizio alle basi militari!
Quello che dovrebbero essere i fondi europei per le opere pubbliche utili a tutti – ospedali, scuole, strade, ferrovie, ecc – cioè quelli del Pnrr – usati per le armi e le bombe. Questo – notizia di oggi – vota il PD, insieme a Fratelli d’Italia, al parlamento europeo. In Toscana invece una linea ferroviaria è effettivamente potenziata, va riconosciuto: quella che è utile anche alla base di Camp Darby! Questa politica prona all’escalation militarista va mandata a casa, anche in Toscana
SCIOPERO GENERALE DEL 20 GIUGNO 2025 – PRESIDIO PROVINCIALE A FIRENZE PRESSO LA LEONARDO S.p.A.
MANIFESTAZIONE NAZIONALE #DISARMIAMOLI – ROMA, 21 GIUGNO 2025
FERMIAMO IL PAESE CONTRO LA BARBARIE DELLE GUERRE, DEL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESE E DELLA DISTRUZIONE DELLO STATO SOCIALE
Il 20 giugno, l’Unione Sindacale di Base, insieme a CUB ed SGB, ha proclamato uno sciopero generale nazionale di tutte le categorie del lavoro pubblico e privato, con manifestazioni in numerose città italiane.
A Firenze è convocato un presidio provinciale presso la Leonardo S.p.A. con concentramento alle ore 9:30.
Lo sciopero ha l’obiettivo di opporsi al massacro del popolo palestinese a opera dello Stato genocida d’Israele, alla folle corsa al riarmo decisa dall’Unione europea, accettata supinamente dal governo Meloni, e alla devastazione sociale prodotta da decenni di moderazione salariale ad opera dei governi filo-padronali del nostro Paese.
Lo sciopero è una risposta necessaria e urgente all’aggravarsi delle condizioni sociali, economiche e democratiche di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori, colpiti da politiche che continuano a favorire le grandi imprese e il complesso militare-industriale a discapito delle fasce più deboli della popolazione.
SCIOPERIAMO CONTRO:
la guerra e l’aumento delle spese militari a scapito della sanità, della scuola e dell’intero welfare;
il genocidio in corso del popolo palestinese, perpetrato dallo Stato d’Israele con la complicità attiva del governo italiano e dell’Unione Europea;
il carovita, i bassi salari, la precarietà, le privatizzazioni e gli omicidi sul lavoro;
la repressione del dissenso, con attacchi sistematici al diritto di sciopero e alla libertà di manifestazione con il Decreto sicurezza;
USB Firenze chiama tutte le lavoratrici e i lavoratori, i disoccupati, le studentesse e gli studenti, i pensionati, i migranti a unirsi allo sciopero del 20 giugno e alla manifestazione nazionale del 21 giugno a Roma, con partenza da piazza Vittorio, per ribadire che non siamo disposti a pagare il prezzo di un’economia di guerra che ha come effetto immediato la distruzione dello stato sociale.
Alziamo la voce contro l’ipocrisia di chi predica la pace mentre arma i massacri. Diciamo no a un modello economico e politico fondato sul profitto, sull’oppressione dei popoli, sulla repressione e sull’esclusione sociale.
Invitiamo tutte le realtà di lotta, i collettivi, i movimenti, le reti solidali che si oppongono alle guerre e al genocidio del popolo palestinese a unirsi allo sciopero del 20 giugno e alla manifestazione nazionale del 21 giugno per costruire insieme due giornate di mobilitazione dal basso, internazioniste e resistenti.
ABBASSATE LE ARMI, ALZATE I SALARI!
COSTRUIAMO UN’ALTERNATIVA SOCIALE E POPOLARE CONTRO LE GUERRE E LA DISTRUZIONE DEL WELFARE!
Il XII congresso regionale toscano si apre in un momento storico particolarmente difficile che impone dubbi e domande. In primis : la forma partito e segnatamente un partito comunista, sono ancora utili nell’attuale fase politico sociale? Viviamo in un nuovo contesto di pericolo di terza guerra mondiale, rischio che l’Europa prende in considerazione e nell’indifferenza sostanziale alla tragedia che si sta compiendo a Gaza con il genocidio del popolo Palestinese per mano di Israele che attacca e non riconosce le Risoluzioni ONU. Tutto è tollerato se amici dell’occidente, nessuna diplomazia è messa in atto. Assistiamo da tempo al ridisegnarsi di un nuovo ordine mondiale in cui cambiano gli equilibri geopolitici e gli USA non sono più l’unico polo economico e politico, ma in Europa e in Italia in particolare, viene completamente ignorato il fatto che i paesi dei BRICS siano già a oggi rappresentano più del 51% del pil mondiale. Il capitalismo maturo ha fatto della guerra il suo elemento costituente per una geopolitica multipolare intesa da destra che comporta trasformazioni profonde della società e dei suoi valori fondanti come li abbiamo conosciuti con la mondializzazione che ha caratterizzato il ‘900. Assistiamo ad una democrazia sempre più autoritaria, la precarizzazione della vita delle persone sempre più in balia dell’ incertezza economica, sociale e politica : una economia militare che si basa sulla distruzione dello stato sociale e della garanzia dei diritti fondamentali delle persone. La proposta di Re Arm Europe è la cartina di tornasole di una Europa in crisi : deroga al pareggio di bilancio (che ha imposto tagli dolorosi allo stato sociale), al divieto di aiuti statali all’industria per avallare la crescita del debito pubblico per investimenti di bilancio per lo sviluppo dell’ l’industria militare. Una economia militare che trova il suo finanziamento nella rapina dello stato sociale, fin alla distruzione della esigibilità dei diritti fondamentali delle persone come Sanità, Scuola, Casa e Lavoro: un futuro di allargamento del divario della forbice sociale e della crescita di famiglie sotto la soglia di povertà. Siamo in una fase di conservazione o in una fase con tratti rivoluzionari? Sicuramente rivoluzionaria, ma nel senso che stiamo subendo l’offensiva dei nostri avversari e l’affermazione delle destre economiche e di nuove forme di autoritarismo. La fine della fase di globalizzazione per come l’abbiamo intesa dagli anni 90 – con due cardini nella cosiddetta “fine della storia” e nel governo della globalizzazione stessa da parte di classi dirigenti politiche che – con l’obiettivo di sconfiggere il conflitto di classe – si esprime con una totale vittoria dell’economia finanziario-speculativa e nella scelta di una forma oligarchica per la gestione del potere reale rispetto alla politica novecentesca. Dunque l’opzione di una politica “fiancheggiatrice” dell’unico mondo ritenuto possibile, una politica dal pensiero debole e concorde sulle ricette di fondo. Uno scenario che ha avuto negli ultimi anni e soprattutto negli ultimi mesi, una evidente accelerazione con la guerra e con la conseguente economia di guerra, come elementi costituenti, ovvero la cosiddetta terza guerra mondiale a pezzi – per riprendere una azzeccata espressione di papa Francesco – e l’attacco/radicale rimessa in discussione delle forme di democrazia compiuta, di partecipazione attiva dal basso e di espressione della volontà popolare, delle conquiste e delle lotte del movimento operaio del novecento. Siamo di fronte in occidente alla vittoria del capitale ancorché in crisi e che vede drammaticamente crescere le forze sovraniste della destra, mentre non vi è stata e non vi è una resistenza e opposizione tale da poter costituire il nucleo di una alternativa praticabile.
In uno scenario di questo tipo la presenza di un partito comunista non è solo utile ma addirittura necessaria. La pre-condizione di questa presenza utile è un partito che abbia una organizzazione tesa al radicamento sociale e all’efficacia politica . Tutto questo è necessario per uscire dall’isolamento, costruire l’opposizione di massa, battere le destre economiche, politiche e sociali e i conseguenti blocchi di potere variamente collocati elettoralmente, valorizzare il ruolo del Partito in un movimento di rilancio delle ragioni popolari e della lotta di classe. Il congresso regionale propone quindi i propri punti di intervento politico impegnandosi per il rilancio del partito: a tal scopo sarà utile un pieno coinvolgimento/collaborazione delle due opzioni congressuali. Questa proposta di partecipazione collegiale vale per la segreteria regionale, considerato che molte sono le analisi e i punti che condividiamo. Questo ci consente di guardare in avanti proprio con gli obbiettivi di rilancio del partito, del suo radicamento, per valorizzare utilità politica e sociale. Il PRC è una forza genuinamente comunista, ecologista e femminista, ancora oggi il punto politico e organizzativo più alto dell’area comunista in Italia che può ri/diventare punto di aggregazione di una sinistra antiliberista e anticapitalista e comunista di un polo di sinistra alternativo al sistema di potere in larga parte liberista, che sta gestendo la toscana indirizzandola verso una omogeneità di cultura borghese e affaristica. Di fronte alla riduzione degli spazi di partecipazione democratica, all’attacco alle conquiste sociali spinta fino alle sue estreme conseguenze a danno dei più deboli, all’economia di guerra divoratrice di risorse pubbliche, alle crescenti disuguaglianze sociali, alla crescita del non voto di chi sta in fondo alla piramide sociale, è necessario ed urgente dare un contributo politico, sociale ed anche elettorale, di collaborazione fra diversi, in tutti gli ambiti. Per fare questo proponiamo : ● di migliorare l’organizzazione del partito in Toscana ● ridefinire meglio compiti e priorità del Comitato Regionale ● migliorare il rapporto tra Regionale e Federazioni ● costruire un gruppo dirigente diffuso e rinnovato Sia nel merito che nel metodo vanno individuate con chiarezza le priorità d’azione per stimolare ed estendere la crescita della coscienza politica. Abbiamo bisogno di non concentrarsi solamente sui momenti elettorali, ma di costruire strumenti permanenti di radicamento sociale ed elaborazione politica con la partecipazione di tutti e tutte per valorizzare la militanza e la comunità di appartenenza. È necessario che il partito recuperi capacità di azione politica : dallo sviluppo delle pratiche di conflitto, alla presenza nell’associazionismo, nelle associazioni di massa, nei sindacati e alla creazione di strumenti per una migliore incisività nella società. Il partito si impegna nella campagne di radicamento e costruzione del conflitto a partire da : ● sostegno ai 5 referendum dell’8 e 9 giugno 2025 ● costruire la resistenza militante e la promozione della formazione politica allagata: costruzione sportelli casa, sportelli della salute per contrastare lo smantellamento dei servizi pubblici essenziali e l’annullamento dei diritti fondamentali ● campagna di solidarietà per la Palestina con impegno attivo anche di sostegno alla popolazione di Gaza ● adesione a campagna no basi (base militare Tuscania e Gis, Headquarters multinational division south e Caserma Predieri) rilanciare smantellamento di Camp Derby impegno del partito tutto con iniziative specifiche contro la guerra e l’economia militare ● adesione alla raccolta firme per referendum regionale su annullamento accorpamento in tre asl creazione sportelli della salute ● campagna di promozione del reddito regionale finalizzato all’obiettivo di reindustrializzazione della nostra Regione a cominciare da politiche attive di sostegno al lavoro e al welfare. Campagna che tenga conto dell’esperienza e delle proposte di riconversione dei lavoratori della GKN e della campagna Insorgiamo ● promozione di forme e azioni di disobbedienza civile ● impegno a promuovere e sostenere lotte ambientali nei territori con tutti quei soggetti plurali in esse coinvolti Per poter rispondere ai bisogni oggi sempre più negati – anche in Toscana – dalle politiche liberiste (diritti al lavoro, casa, sanità, tutela del territorio, soprattutto nell’attuale fase di emergenza climatica), bisogni sempre più attraversati dalla contraddizione di genere, è necessario sapere coinvolgere soggetti e associazioni nelle nostre battaglie politiche e sociali, promuovere iniziative e azioni politiche, non solo collaborare ai pochi movimenti presenti. Occorre sviluppare approfondimento politico e culturale, che superi settarismi e minoritarismi e sappia interloquire e collaborare con movimenti e associazioni per battaglie comuni a partire dai soggetti con cui abbiamo costruito le alleanze elettorali alle comunali, così come con forze politiche impegnate nella costruzione dell’alternativa. L’obiettivo è costruire insieme a noi una alternativa politica a cominciare dal promuovere pratiche unitarie con tutti quei soggetti che nella società fanno opposizione alle politiche antipopolari di governo sia regionale che nazionale . Prioritario in questo momento è il fondamentale passaggio dei referendum del prossimo giugno. È necessario a tal proposito che il partito partecipi e promuova o costituisca, laddove non ve ne siano, i comitati unitari. Vanno individuate le scelte e gli impegni di medio periodo, al fine di proporre una forza alternativa della società riconoscibile con obiettivi di fase delineati e praticabili. Le scelte di governo – sempre più a scala regionale – chiedono una risposta che deve essere costruita con la partecipazione delle federazioni, dei territori e delle aree omogenee. Per fare questo, è necessario un coinvolgimento diffuso e permanente di tutte le federazioni della regione e . costruire nel cpr un gruppo dirigente allargato con responsabilità definite, e sperimentando a tale scopo le forme organizzative piu’ funzionali per avvicinarlo ai territori rilanciare gruppi di lavoro anche per obiettivi specifici e se necessario delimitati nel tempo convocare almeno una volta al mese, in modo programmato e permanente, i segretari di federazione e i responsabili dei gruppi di lavoro, con la segreteria regionale per individuare e condividere le priorità politiche e programmatiche e per la verifica del lavoro svolto. Solo così e con strumenti nuovi su cui dovremo mettere mano (come ad esempio la creazione di un’associazione collaterale al partito che ci possa permettere di entrare in ambiti che al momento ci escludono) possiamo provare a rilanciare il partito.
Possiamo così tentare di costruire una nostra collocazione a livello elettorale, che sia alternativa alle politiche di destra e del centrosinistra caratterizzate dall’impostazione liberista. D’altra parte è anche vero che non possiamo non confrontarci con l’analisi dell’architrave centrale del potere politico in questa regione: quel PD che è un sistema di potere articolato, diffuso, pervicace e manipolatore nei confronti di tanto “popolo di sinistra”. In Toscana il sistema di potere e la sua modalità di gestione è sempre lo stesso e tale si propone di continuare ad essere – al di là del nome del candidato del centro sinistra a presidente come ventilato sulla stampa –. Se da un lato è evidente come lo stesso PD, per giunta con forte impronta renziana, si sia trasformato in una formazione liberale e liberista, dall’altro sappiamo che non è privo di contraddizioni. Sappiamo bene che in questa regione ha costruito sistemi di potere inossidabili in cui spadroneggia e si è reso protagonista di scelte dichiaratamente liberiste nella gestione dei servizi pubblici e nella realizzazione di opere che stravolgono l’ambiente . Ci troviamo oggi in una Toscana ove sta franando il sistema sanitario regionale, il numero di incidenti sul lavoro nel 2024 è diventato il triplo rispetto a una regione come la Lombardia, il dato del P.I.L. toscano è sempre più spostato sulla rendita e sul settore del turismo mordi e fuggi (oggi pericolosamente in espansione in tutta la regione. noi ovviamente non siamo a favore di una Disneyland spalmata su tutta la regione) ed è notoriamente un settore che non porta posti di lavoro stabili ma solo precariato e stagionalità, insomma una Toscana ove la deindustrializzazione, la crisi dei settori produttivi, manifstturiero e agricolo, non ha avuto risposte soddisfacenti (l’esempio della lotta del collettivo della EX-GKN è in questo un esempio unico di risposta e resistenza del basso) ma anzi ha visto nel tempo aumentare la precarietà del lavoro e quindi di vita peggiorando complessivamente la qualità dell’esistenza di ampie fasce della popolazione seguendo esattamente anche qui quel processo di proletarizzazione e complessivo impoverimento che la globalizzazione neoliberista ha prodotto a livello globale. In questo contesto, il PRC toscano si impegna a promuovere lavoro politico ed alleanze elettorali con tutti i soggetti e le forze politiche disposte a costituire un polo di sinistra alternativo a questo sistema di potere e antagonista alla destra. Ciò con particolare attenzione alle ragioni e ai soggetti della piazza dello scorso 5 aprile a Roma. Come comunisti ci impegniamo a costruire una alternativa di sinistra e antiliberista, anche con quelle forze con cui spesso, in varie realtà locali abbiamo costruito esperienze politico-elettorali vincenti alle ultime tornate amministrative in Toscana. Pace, Sanità, Sociale, Lavoro, Ambiente, Scuola, siano collante per proposte aperte ai movimenti e alle forze politiche disposte non solo a pensare ma anche a organizzare una idea di Toscana Felix per chi la vive, per chi ci lavora, per chi la vuole preservare : una idea di Toscana che coniughi la sostenibilità sociale alla sostenibilità ambientale e alla solidarietà sociale .
Il congresso del prc toscano, nella peculiare tradizione del nostro partito in Toscana, propone che tutto questo si faccia con una segreteria regionale che abbia al proprio interno la rappresentanza delle sensibilità congressuali, delle competenze e rispettosa della rappresentanza di genere, nonché un CPR valorizzato con un più efficace rapporto dialettico fra regionale e federazioni territoriali, pur nel rispetto della legittima autonomia dei livelli del partito. XII CONGRESSO – FIRENZE 18.5.2025
Ricordiamo che domani, venerdì 4 aprile alle ore 18:00, si terrà il presidio del Coordinamento fiorentino contro il riarmo in Piazza Sant’Ambrogio a Firenze. I presidi si svolgeranno TUTTI I VENERDI’
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