diritti
Rifondazione: Assange è libero, il diritto all’informazione no (dal sito nazionale).
Le campagne per la liberazione del prigioniero politico Julian Assange alla fine hanno costretto gli Stati Uniti a liberarlo.
La decisione presa questa notte, di giungere ad un patteggiamento fra la giustizia americana e il fondatore di Wikileaks che ha portato alla sua scarcerazione, in segreto, lunedì, è certamente una gran buona notizia ma non risarcisce i torti subiti non solo da Julian Assange ma da chiunque crede nella libertà di espressione e di stampa. Il giornalista australiano, va ricordato, è stato perseguitato dagli Usa, nel silenzio complice degli alleati, da quando, con un lavoro di inchiesta eccezionale rivelò le pratiche di violenza indiscriminata e i crimini di guerra commessi dai militari statunitensi in Afghanistan ed in Iraq. Una mole mostruosa di documenti che fece imbestialire l’amministrazione Usa al punto da costruire contro di lui e Wikileaks una campagna di vero e proprio terrorismo.
Accusato di aver messo a rischio le attività militari americane, rischiava una pena di 175 anni di carcere. Se l’è cavata, si fa per dire, con una residenza forzata dal 2012 al 2019, nell’ambasciata dell’Ecuador in Gran Bretagna, dove aveva trovato asilo politico poi revocato e poi in 5 anni di detenzione in un carcere di sicurezza londinese sempre in attesa di un’estradizione che equivaleva alla morte. In tante e tante si sono battuti per la sua liberazione ma, per avere una chiara idea di quanto l’informazione in Italia sia deformata, sotto ogni governo la copertura di questo caso è stata pochissima sui tg. Ci sono detenuti di serie A e di serie B evidentemente.
Il patteggiamento è una decisione pilatesca degli USA. Assange ha riconosciuto di aver commesso un reato, rivelando segreti, in cambio è condannato alla stessa pena, 62 mesi, già scontati in Gran Bretagna. Per questo da oggi è cittadino libero ma resta irrisolta una questione: chi racconta gli scenari di guerra è sotto minaccia di fare la stessa identica fine di Julian Assange.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Quando la disumanità del sistema non è uno slogan ma una triste realtà.
Quante situazioni di sfruttamento sono state messe alla luce ( inutilmente)?
Ricordate la storia degli immigrati invisibili a raccogliere pomodori per qualche centesimo al chilo, storia che coinvolse anche l’ “onorevole” Bellanova ( cgil, Italia Viva…) che parve cadere dalle nuvole? e tutte le vicende di donne rumene usate, sfruttate ed anche violate nelle baraccopoli dello sfruttamento in Puglia, clima e scene da campo di sterminio…? Ed anche quanto portato alla ribalta da Sumahoro, prima che la stupidità ed ingordigia dei familiari facessero oscurare le sacrosante denunce da costui effettuate dietro una triste questione personale….
Adesso siamo difronte all’ennesimo fatto, dico fatto e non sospetto, del disumano sfruttamento di un porco padrone che, sentendosi dio, dispone del tempo, del corpo, della vita di quello che nella nostra Repubblica ( fondata sul lavoro) dovrebbe essere un LAVORATORE SALARIATO ma che nella realtà è, letteralmente, CARNE DA MACELLO.
Satnam Singh, 31 anni, indiano lasciato morire d’agonia.
Prima il lavoro in condizioni di totale sfruttamento, insieme a centinaia di altri; poi la tragedia: un macchinario avvolgi-plastica agguanta il braccio di Singh recidendolo dal corpo.
Il padrone, presente, invece di precipitarsi all’ospedale spenge la macchina agricola, prende il corpo del bracciante, lo riversa in un pulmino e lo va a scaricare, vivo agonizzante, difronte all’abitazione stessa del povero cristo, morente. Con mostruoso e disumano cinismo va a fare una doccia, lava il pulmino e quindi va a cercare due avvocati. Nel frattempo Singh, dissanguato, muore dopo 36 ore di agonia… Stomacherebbe pensare che una fine del genere l’ha fatta il gatto di casa….
Questa la ricostruzione dei fatti riportata dalla stampa odierna.
Rabbia, dolore, ma anche stupore ed incredulità, difronte ad un’indifferenza, una violenza, una barbarie del genere.
Ma la riflessione politica richiede che si prenda atto che la brutalità, la freddezza e l’ingordigia di profitto del sistema capitalista che alleva e cresce questi mostri ( altro che imprenditori che danno lavoro!) non può che essere risolta tramite la distruzione di questo stesso sistema.
Non è (solo) una questione di umanità! In questo sistema, in particolare da quando l’Impresa è assurta al rango di Religione di Stato, divinità alla quale è lecito tutto, episodi del genere sono solo “incidenti di percorso”. L’ideologia capitalista vuole trasformare tutti nell’Uomo-imprenditore-di-se-stesso, unica concezione del nostro vivere, per cui un povero bracciante che vive per lavorare ( e non che lavora per vivere, come voleva la civiltà novecentesca) non è altro che un piccolo sfigato imprenditore che investe il proprio tempo con l’obbiettivo di risolvere INDIVIDUALMENTE i suoi problemi e collocarsi, almeno, fra i “garantiti” che, stante un salario di sopravvivenza, senza certezza sanitaria, senza istruzione di qualità, potrà comunque trascorrere il suo poco tempo libero a spippolare un i-phone o andare in qualche Mall incarnandosi, a sua volta, in un consumatore di beni, ossia una persona felice!
” Ci ha rovinati tutti!” hanno dichiarato, almeno a quanto riportano i quotidiani main-stream, i familiari del padrone-assassino recitando ovviamente la parte delle povere vittime! Loro, benefattori dei pezzenti, sbattuti sui giornali e, chissà, processati da un tribunale per colpa di un cretino che ha pensato bene di farsi spappolare un braccio, invece di lavorare dall’alba a quasi notte per uno stipendio da capogiro di qualche euro al giorno ( la ditta che lo sfruttava dichiara due milioni di euro – Fonte: La Repubblica).
E chissà quanti altri “imprenditori”, quanti ministri ( chissà perché viene in mente Santanchè), quanti sottosegretari, padroni e padroncini penseranno la stessa cosa: che roba! non si può più rapinare la società come si deve che succede sempre qualcosa… quasi quasi ci vorrebbe una legge che trasformi l’omicidio sul lavoro in una svista “contabile”….
Perché la tragedia nella tragedia è che il fallimento della moderazione socialdemocratica, lo sdoganamento, prima, e l’avanzata in questi tempi delle destre fascistoidi, la disperazione che non trova risposta, creano una sottocultura dilagante nella quale i ricchi sono belli, giusti ed intoccabili, a prescindere. E che chi ha le pezze al culo è perché se lo è scelto o perché iddio in persona ha voluto così.
E questa sottocultura attraversa e corrompe le menti, anche quelle di noi sfruttati.
Proletari di tutti i Paesi, Unitevi.
Sui crimini sionisti e le orribili violazioni nel campo “Sde Teman” contro i prigionieri palestinesi.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina sta seguendo con estrema rabbia i resoconti scioccanti e dolorosi e le testimonianze terrificanti riguardanti le gravi violazioni e i crimini senza precedenti commessi contro i prigionieri palestinesi nel campo “Sde Teman” nel deserto del Naqab. Questo campo si è trasformato in un campo di sterminio sotto il controllo diretto dell’esercito occupante e per decisione del governo degli assassini sionisti, con l’appoggio americano e il silenzio internazionale.
Il Fronte conferma che le testimonianze dei prigionieri rilasciati, che rivelano uccisioni sistematiche e brutali torture da parte dei carcerieri sionisti, sono scioccanti e terrificanti, pratiche portate avanti solo da un gruppo di assassini, fascisti e sadici assetati di uccisioni e torture. I prigionieri rilasciati rivelano di aver visto picchiare a morte i detenuti, lasciando i feriti senza cure finché le loro ferite non marcivano, oltre a gravi violazioni contro le donne detenute, tra cui spogliarle e picchiarle. Questi crimini senza precedenti non possono essere ignorati né rimanere impuniti.
Alla luce di questi orribili crimini e delle dolorose testimonianze, il Fronte chiede la formazione urgente di un comitato internazionale per indagare sui crimini sionisti commessi contro i prigionieri detenuti, in particolare quelli la cui detenzione nel campo “Sde Teman” o in altri campi di detenzione e sterminio sionisti è stata nascosto.
Il Fronte chiede che i sionisti responsabili di questi crimini siano portati davanti alla Corte penale internazionale, primo fra tutti il criminale, fascista e razzista Ben-Gvir, in modo che paghino per aver commesso questi crimini orribili.
Il Fronte invita le persone libere del mondo, tutti i sostenitori e le istituzioni competenti a mobilitarsi urgentemente nelle arene pubbliche, mediatiche, legali e diplomatiche per fare pressione per prendere posizioni ferme e serie contro queste atrocità sioniste contro i prigionieri e per rivelare il destino di centinaia di prigionieri detenuti in condizioni disumane e terrificanti.
Il Fronte invita tutte le forze nazionali e islamiche a unirsi e unire gli sforzi per difendere i diritti dei prigionieri, portando alla loro liberazione, e a continuare a lavorare per denunciare le pratiche senza precedenti dell’occupazione contro i prigionieri.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Ufficio dei martiri, dei prigionieri e dei feriti
14-6-2024
Salute e sociale: Tra abbandono e digitale.
Mercoledì 5 giugno alle 21:00 appuntamento alla Casa del Popolo del Galluzzo (via San F. d’Assisi 1) per confrontarci insieme sulla nostra idea di città.
Una città in cui il pubblico riesce a fornire sevizi di prossimità, in cui l’amministrazione riesce a farsi carico dei problemi delle persone e in cui i quartieri tornino ad assumere un ruolo centrale di programmazione. In tutto questo, le trasformazioni che stiamo vivendo sulla scia della transizione digitale pongono una serie di questioni importanti sull’accessibilità dei servizi della pubblica amministrazione.
Di questo (e molto altro!) parleremo con Lorenzo Fantoni e Giovanna Sesti (candidati in consiglio comunale per Sinistra Progetto Comune), Luigi Casamento (consigliere comunale del Quartiere 3) e Paolo Ferrero (direttore della rivista Su La Testa). Interverrà il candidato sindaco Dmitrij Palagi.
Alle 19:30 cena di autofinanziamento (contributo consigliato 15 euro). Prenotazioni al 331 5881417
L’Olocausto di Rafah è una responsabilità congiunta dell’America e dell’occupazione. (comunicato del FPLP)
Questo crimine è un messaggio per ogni individuo in questo mondo sulla propria responsabilità personale nell’affrontare un’escalation senza precedenti di brutalità, criminalità e terrorismo che minaccia ogni significato dei valori umani e scatena il completo dominio della ferocia su questo mondo.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha affermato che l’esercito di occupazione ha commesso uno dei massacri più atroci della storia umana, bombardando le tende affollate di sfollati a Rafah, che avevano montato le loro tende accanto a uno dei centri dell’UNRWA, cercando di ripararsi dalle guerra di genocidio in corso.
Il Fronte ha confermato che questo crimine è il risultato della copertura americana che Joseph Biden, criminale di guerra e architetto del genocidio, ha assicurato di fornire all’esercito di occupazione e al suo governo, e del suo continuo sostegno allo sterminio del nostro popolo e della sua piena collaborazione in tutte le questioni. crimini di guerra.
Il Fronte Popolare ha invitato tutti coloro che si lasciano ingannare dalla possibilità che l’occupazione ascolti gli appelli e le condanne internazionali ad abbandonare queste illusioni e menzogne, che il nostro popolo paga con il sangue versato ogni ora. Tutte queste decisioni non hanno senso a meno che i criminali di guerra dell’entità sionista non vengano puniti e non vengano prese misure dirette per assediare l’occupazione e sostenere il nostro popolo nello scontro.
Il Fronte ha chiarito nella sua dichiarazione:
- Il crimine dell’occupazione esprime la sua decisione di violare deliberatamente tutte le leggi e i trattati e di contestare direttamente le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia emesse il 24 maggio 2024, quando gli aerei dell’occupazione hanno bombardato l’area con bombe americane, che l’occupante ha classificato e annunciato come zona sicura nel nord-ovest della città di Rafah, costringendo gli sfollati a spostarsi e ad affollarsi lì. Questa zona è piena di centinaia di migliaia di sfollati che hanno cercato di salvare se stessi e i loro figli dai massacri commessi dall’occupazione in tutte le zone della Striscia e si sono rifugiati in questa zona, che attualmente ospita decine di istituzioni internazionali.
- Il crimine rappresenta una chiara insistenza nel commettere un crimine di guerra e un crimine di genocidio annunciato. L’occupazione si è assicurata che tutte le specifiche legali relative ai crimini di guerra e al genocidio si applicassero ad essa, il che invalida le sue bugie, i suoi inganni e le bugie dei suoi alleati e di chiunque cerchi di coprire i suoi crimini di guerra.
- L’amministrazione americana, che ha fornito all’occupante le bombe e gli aerei utilizzati per commettere questo massacro e altri, è il partner principale e la parte accusata che deve essere processata per tutti i crimini di guerra e i genocidi commessi dall’occupazione, in particolare Joseph Biden e i membri della sua amministrazione. La responsabilità di attuare le decisioni della Corte internazionale di giustizia e della Corte penale internazionale ricade su ogni stato del mondo. Ogni individuo nel nostro mondo ha anche la responsabilità personale di lavorare per fermare i crimini di genocidio.
- Ciò che è stato emesso dalla Corte Internazionale di Giustizia e dalla Corte Penale Internazionale non è più affatto sufficiente. Chiediamo alle parti interessate e ai paesi amici di presentare denunce chiare e dirette contro il governo degli Stati Uniti e il suo presidente come partner nei crimini di guerra contro il nostro popolo.
- La resistenza palestinese, di fronte a questa brutale insistenza nello sterminio del nostro popolo, è obbligata a continuare e ad intensificare la sua difesa dell’esistenza del popolo palestinese, con tutti i mezzi e le forme di lotta contro i criminali genocidi.
L’esercito di occupazione sceglie di bombardare i raduni di sfollati e le loro tende con tonnellate di bombe incendiarie: se questo non scuote il mondo intero e non spinge ogni persona in piazza per protestare, rabbia e intifada contro l’entità sionista, allora questo non può che significare un clamoroso collasso dell’umanità nel suo insieme.
Chiediamo alla nazione araba, in nome del sangue puro e versato degli innocenti, dei corpi bruciati dei suoi figli e delle loro anime sofferenti nella salda Gaza, di sollevarsi e smettere di restare inattiva. Non c’è significato per l’arabismo se non è nell’unità di preoccupazione e destino, e nel rifiuto e nell’esplosione di rabbia di fronte a questi crimini e ai loro autori e sostenitori.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Dipartimento centrale dei media
26 maggio 2024
Da Radio Onda Rossa: testimonianza di Saif, rinchiuso nel CPR di Ponte Galeria.
(da non credere….. (NdR))
Seif Bensouibat cittadino algerino, rifugiato politico in Italia dal 6/12/2013, educatore da anni del liceo francese di Roma Chateaubriand, laico, incensurato e privo di carichi pendenti, scioccato per le immagini provenienti da Gaza, nel gennaio scorso scriveva alcuni post rabbiosi, carichi di risentimento per la potenza coloniale israeliana e nei confronti dei suoi alleati paesi occidentali.
Post pubblicati su un profilo chiuso di instagram.
In conseguenza di tali esternazioni giunte a conoscenza dell’istituto francese e prontamente da questo comunicate alla Digos veniva dapprima sottoposto a perquisizione domiciliare alla ricerca di armi ed esplosivi e a distanza di pochi giorni convocato in Questura e informato dell’avvio a suo carico di una indagine penale e del procedimento di revoca dello status di rifugiato con relativa convocazione innanzi alla Commissione Territoriale per l’1 febbraio.
Licenziato dal liceo francese sempre a causa dei medesimi post, rimane senza soldi e con l’obbligo di dimora. Ieri, 16 maggio, facevano ingresso nella sua abitazione numerosi agenti di polizia per notificargli il provvedimento di revoca dello status di rifugiato e la sua espulsione dal territorio nazionale perché ritenuto persona pericolosa per la sicurezza dello stato italiano. Durante la serata è stato rinchiuso nel CPR di Ponte Galeria. Domani, sabato 18 maggio è prevista l’udienza per la conferma del decreto d’espulsione.
nel primo audio gli aggiornamenti sulla situazione di Seif insieme ad una compagna della Lima, il secondo è una telefonata che Seif stesso ha potuto fare alla radio dando la sua testimonianza.
Domenica 19 maggio alle ore 16 presidio davanti al CPR di Ponte Galeria “Libertà per Seif e per tutte le persone recluse nei centri di espulsione” (si consigliano mezzi propri visto lo sciopero).
Sul sito di Radio Onda Rossa potete ascoltare la telefonata di Saif.
Acerbo (PTD): Verdi tedeschi peggio di Meloni.
Propongono no fly zone NATO in Ucraina e si astengono su Palestina
Pubblicato sul Sito Nazionale 11 mag 2024
Oggi alcuni parlamentari tedeschi del centrodestra e dei Verdi hanno lanciato la proposta di una sorta di no fly zone NATO in Ucraina. L’alleanza atlantica dovrebbe garantire la difesa aerea di una fascia occidentale per consentire all’Ucraina di concentrarsi sul fronte. Si tratta di un’altra proposta folle e pericolosissima in direzione del coinvolgimento diretto della NATO nella guerra già avanzata dalla Polonia. Non amo le polemiche a sinistra ma invito i Verdi italiani che fanno parte dei Verdi Europei e in quel gruppo andranno di assumere pubblicamente una posizione contraria.
Leggo l’amico Bonelli che critica giustamente Giorgia Meloni per l’astensione all’Onu su Palestina. Però debbo fargli notare che la Germania, con la ministra degli esteri e leader dei Verdi Annalisa Baerbock, ha votato come l’Italia. A essere onesti i Verdi in Germania sono il partito più scatenato contro le proteste e la solidarietà con il popolo palestinese. In Italia finora non è stato ancora impedito a oratori in convegni sulla Palestina di entrare nel paese e persino di collegarsi via zoom. E’ quello che è successo in Germania a Yanis Varoufakis e al rettore dell’Università di Glasgow. In Italia non c’è stato ancora nessun episodio di irruzione della polizia in un convegno sulla Palestina per impedirne lo svolgimento. In Germania non c’è la destra al governo ma socialdemocratici e verdi che sono, tra l’altro, i guerrafondai più accaniti.
Il settimanale Spiegel ha dedicato la copertina alla mutazione dei Verdi in partito filoisraeliano e sulle posizioni più oltranziste della NATO. Risultano deboli e poco credibili le critiche a Meloni se i Verdi europei fanno peggio di lei. Ho il legittimo sospetto che AVS abbia rifiutato fin dall’inizio ogni ipotesi di convergenza in una lista unitaria contro la guerra per non disturbare i Verdi Europei.
Avrei preferito una larga unità contro la guerra e il genocidio a Gaza ma almeno che ci sia chiarezza su questioni fondamentali.
Maurizio Acerbo, segretario del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, candidato di Pace Terra Dignità
La macchia d'olio si espande......
1 Maggio 2024: dichiarazione del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina:
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Viva il Primo Maggio come giornata di lotta dei lavoratori e dei popoli liberi del mondo contro i nemici dell’umanità.
O nostro grande popolo palestinese,
O popolo della classe operaia palestinese e dei lottatori di tutto il mondo,
O tutti coloro che sono liberi e onorevoli nella nostra nazione e nel mondo,
Ogni anno, il primo maggio, i popoli del mondo, in particolare la classe operaia globale, e tutti i poveri, gli oppressi e gli oppressi di questo mondo, festeggiano di fronte alle pratiche brutali, selvagge e schiavizzanti perpetrate contro di loro da una feroce élite finanziaria, che ignora tutti i valori e i principi umani, lottando con tutte le sue forze per perpetuare il proprio controllo e dominio sui popoli del mondo e sulle loro risorse, utilizzando per i propri obiettivi politici, economici e sociali tutto ciò che le industrie militari e le moderne hanno sviluppato la tecnologia e tutti i metodi di tradimento e inganno per raggiungere i propri scopi e interessi, senza alcuno scrupolo o coscienza morale o umana.
Il nostro popolo, insieme a tutti i lavoratori e le persone libere del mondo, commemora quest’anno il primo maggio, nel momento in cui è sottoposto alla più brutale e feroce campagna di genocidio e pulizia etnica, superando in ferocia e sangue i fascisti e i nazisti, per mano di un gruppo di assassini che si autodefiniscono esercito per un’entità sostitutiva invasiva, sotto la guida, la partnership, il sostegno, la copertura e la complicità dell’amministrazione americana e delle potenze imperiali coloniali occidentali, i nemici dell’umanità. Credono che, con i loro crimini e la loro brutalità, possono spezzare la volontà del nostro popolo e imporgli la resa e la sconfitta. In un tentativo frenetico non solo di uccidere esseri umani, distruggere pietre e sradicare alberi, ma anche di cancellare l’identità, la storia e la civiltà del nostro popolo, e di rendere impossibile al nostro popolo rimanere nella propria terra.
In un momento in cui i massacri e i crimini commessi dall’alleanza sionista-imperialista continuano e si intensificano, il nostro popolo risoluto, credendo nella giustizia della propria causa, in tutte le sue città, villaggi e paesi, in tutta la terra della Palestina storica, e in tutti i luoghi della loro presenza, in particolare il nostro popolo risoluto nella Striscia di Gaza, scrivono ogni giorno una nuova pagina di eroismo e miracolo, di cui la storia raramente ha assistito. Nonostante le ferite e il dolore, nonostante il sangue e le parti del corpo, e il torrente di sangue che scorre, e la pulizia etnica nelle sue forme più brutte, il nostro popolo emerge sempre da sotto le macerie e i detriti, portando con sé le proprie ferite e marciando verso la vittoria e la libertà, sollevando la bandiera della resistenza, con maggiore determinazione e fiducia nella giustizia della loro causa e nell’inevitabilità della vittoria, le loro armi sono la pazienza, la fermezza e la resistenza, e il sostegno di tutte le persone libere e onorevoli nella nostra nazione e nel mondo.
Mentre ci inchiniamo con riverenza e stupore davanti ai sacrifici, alla fermezza e alla determinazione del nostro popolo, dobbiamo sottolineare l’importanza di rafforzare e fortificare il fronte interno, e l’unità di posizione e di performance, attraverso vari livelli politici, sul campo e sociali, e privare il nemico della capacità di ottenere attraverso l’inganno e le manovre politiche ciò che non è riuscito a ottenere sui campi di battaglia. Chiediamo inoltre di rafforzare la solidarietà sociale e il sostegno tra le varie componenti politiche e sociali del nostro popolo, per superare questa prova con maggiore forza e resilienza di fronte alle cospirazioni e contrastarle.
Alla luce dell’intensificarsi del confronto tra le forze dell’aggressione, dell’ingiustizia e degli approfittatori della guerra, e le forze della pace, della giustizia, della libertà e dell’umanità nel mondo, nonostante tutte le capacità finanziarie, militari e l’egemonia economica che il possiedono le forze di aggressione, le forze della libertà e della giustizia diventano più consapevoli e discernenti nel difendere i propri interessi contro i piani imperialisti che mirano ad eliminare tutti i nobili valori umani ed etici. In questo contesto, estendiamo le nostre più alte espressioni di ringraziamento e apprezzamento a tutte le persone libere e onorevoli del mondo, che oggi sono al fianco del nostro popolo e della sua giusta causa, di fronte ai crimini imperialisti-sionisti.
Inviamo un saluto di rispetto e orgoglio agli studenti universitari di tutto il mondo, in particolare agli studenti delle università americane, che protestano contro i crimini dell’occupazione e il sostegno dell’amministrazione americana ad essa, e che chiedono la fine dell’occupazione l’aggressione contro il popolo palestinese. Salutiamo anche tutte le organizzazioni sindacali e femminili che sono solidali con il nostro popolo e la sua causa, e tutti gli uomini liberi e onorevoli che riempiono le piazze e i campi delle capitali e delle città del mondo a sostegno del nostro popolo e della loro giusta causa. .
Gloria ed eternità ai martiri, libertà ai prigionieri e guarigione ai feriti.
Un saluto al nostro popolo risoluto in tutta la terra della Palestina storica e in tutti i luoghi in cui è presente.
Un saluto di amore e lealtà ai nostri coraggiosi lavoratori mentre, insieme a tutte le componenti del nostro popolo – politiche e sociali – conducono la battaglia per la liberazione nazionale, economica e sociale.
Un saluto alla classe operaia globale di fronte all’ingiustizia, all’aggressione e all’assalto dell’imperialismo globale.
Un saluto a tutte le persone onorevoli e libere del mondo che si oppongono all’ingiustizia e all’aggressione.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
Dipartimento centrale dei media
1 maggio 2024
il Primo maggio è la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, non delle imprese!
Per il secondo anno di fila il governo usurpa la ricorrenza del primo maggio per elargire favori e risorse alle imprese mascherate da sostegni all’occupazione.
Lo scorso anno abolì il reddito di cittadinanza per spingere i fannulloni a lavorare anche con salari da fame e allargò le maglie del lavoro precario; oggi, vigilia della festa dei lavoratori, il consiglio dei ministri varerà una super deduzione del 120-130% sulle assunzioni e altre misure a sostegno della nascita di nuove imprese e a vantaggio di quelle che assumono giovani e donne.
Si recupera di fatto una misura già promessa lo scorso anno con l’aggiunta del 20-30% per la gioia di aziende e lavoratori autonomi che inciderà pochissimo sull’occupazione, mentre non si affrontano le vere cause della disoccupazione, del declino economico e produttivo e della precarietà.
Gli stessi soldi produrrebbero molti più occupati nella pubblica amministrazione le cui carenze di organici rappresentano la causa principale del gap occupazionale con altri paesi europei e ricadono sui cittadini in termini di riduzione dei diritti.
Occorre introdurre anche in Italia il salario minimo legale e abolire le leggi sulla precarietà per porre fine alla piaga delle paghe da fame e aumentare la domanda di beni e servizi che produrrebbe ricadute positive su tutta l’economia e l’occupazione stabile e di qualità. Si discuta subito la proposta di legge di Up per il salario minimo legale a dieci euro tenuta bloccata in commissione al Senato.
Sono necessarie vere misure di contrasto all’economia sommersa che si nutre di tre milioni di lavoratori irregolari; la si faccia finita con i condoni e si combatta davvero l’evasione e l’elusione fiscale che sottraggono allo stato centinaia di miliardi all’anno con i quali si potrebbero produrre milioni di posti di lavoro nella salvaguardia di produzioni strategiche e nella riconversione sociale e ambientale dell’economia.
Rifondazione comunista domani primo maggio sarà in piazza al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori per la pace, il lavoro, i diritti e per contrastare tutte le scelte del governo che aumentano le disuguaglianze sociali e territoriali.
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea