La crisi economica cresce, crescono le famiglie in povertà. Nessuno tocchi il blocco dell’esecuzione degli sfratti

Monica Sgherri – Responsabile casa e diritto all’abitare

Nonostante la grave crisi economica determinatasi dall’emergenza covid che getta in povertà o a rischio di un numero in costante crescita di famiglie, le poche misure emergenziali adottate dal Governo nei vari decreti cominciano a scricchiolare perché crescono le pressioni per azzerarle.

Questo vale (associazione industriali docet) per rimuovere il divieto di licenziamento e soprattutto non prorogarlo, nonostante le conseguenze devastanti di un’ondata di licenziamenti. Ma questo vale anche per l’unico serio provvedimento emergenziale preso sulla casa: il blocco delle esecuzioni degli sfratti. In piena epidemia sanitaria non si possono buttare in mezzo alla strada famiglie che hanno solo la colpa di essere morosi incolpevoli, perché hanno perso il lavoro o ridimensionato sostanzialmente il reddito da lavoro. Se le varie colorazioni delle Regioni impediscono spostamenti e impongono coprifuoco dopo una certa ora come è possibile programmare, sempre in nome all’emergenza sanitaria, famiglie senza una casa dove ripararsi?

Un provvedimento per pochi mesi, prorogato via via perché nel frattempo niente era stato fatto per risolvere a monte di chi non può accedere sul libero mercato alla casa. Proroghe per pochi mesi che mettevano sotto tortura le famiglie interessate che continuavano a vivere sotto l’incubo dello sfratto. Proroghe del blocco delle esecuzioni degli sfratti che non bloccavano gli iter giudiziari visto che continuavano le notifiche di sfratto agli inquilini rimandando l’esecuzione allo scadere del blocco.

Il blocco delle esecuzioni degli sfratti è stato dunque prorogato al 30 giugno 2021.

Contro di esso le ire del segretario della Lega Salvini che si metteva a difesa dei “poveri” proprietari di casa sfruttati dai “furbetti” che non pagano l’affitto, quando invece lo sappiamo tutti più del 90% degli sfratti sono per morosità incolpevole.

Già quest’ultima proroga restringeva, rispetto alle precedenti, l’esecuzione dello sfratto ai mancati pagamenti del canone (morosità incolpevole) escludendo ad esempio gli sfratti per fine locazione (come se l’impoverimento non toccasse anche quelle famiglie che hanno i contratti di affitto scaduti!)

Subentra ora un gravissimo e inaccettabile parere della VI commissione finanze della camera, indirizzato alle Commissioni competenti sul decreto Milleproroghe, in base al quale si introdurrebbe n ulteriore restringimento nell’applicazione del blocco delle esecuzioni escludendo le morosità incolpevoli precedenti alla epidemia covid da quelle emerse durante l’epidemia.

La crisi economica cresce, il numero di famiglie in povertà aumenta vertiginosamente e una commissione parlamentare scopre, come unico rimedio, quello di cancellare il diritto a un tetto alle famiglie oggi, o ancora oggi, in difficoltà. Inaccettabile. Dobbiamo costruire una pressione così forte per far cadere nel nulla questo parere.
Come abbiamo già avuto modo di dire, si possono adottare provvedimenti a favore dei proprietari che non possono liberare l’appartamento, soprattutto quei piccoli proprietari che hanno uno o due immobili, ma la strada è quella di un rimborso risarcitorio e soprattutto di non far pagare le tasse su un affitto che non percepiscono.
Come abbiamo già avuto modo di dire nessun piano, neanche da quando è conclamata la crisi economica, per rilanciare l’edilizia popolare che in Italia è fanalino di coda, con percentuali irrisorie rispetto anche ai ricchi paesi europei

La soluzione non può essere quella di privare di un tetto una famiglia in stato di bisogno! Perché, non ci stancheremo mai di ripetere più del 90% degli sfratti emessi sono per morosità incolpevole, ossia l’impossibilità di corrispondere un affitto a seguito di licenziamento o riduzione del reddito da lavoro.
Contro questo parere un comunicato tuonano all’unanimità i Segretari Generali di SUNIA, UNIAT, e Unione Inquilini: “Riaffermiamo che, per i sindacati nazionali degli inquilini, la sospensione opportunamente inserita dal Governo nel decreto non si tocca perché è elevato il rischio di effetti e conseguenze sociali devastanti! Noi non staremo a guardare dalla finestra, ma saremo in campo con gli inquilini a protestare contro una modifica ingiusta che si deve evitare.”

La nostra mobilitazione deve essere alta, a partire da uno sforzo straordinario per costruire presidi davanti a Comuni Regioni Prefetture contro il parere restrittivo della Commissione parlamentare finanze. Il blocco degli sfratti non si tocca!
Quanto accade ci deve allarmare: a marzo scade il blocco dei licenziamenti e a giugno il blocco delle esecuzioni degli sfratti: sai annuncia un disastro sociale e dobbiamo da oggi costruire la mobilitazione per bloccare questa carneficina sociale
Per garantire un tetto a tutti le soluzioni ci sono, le risorse anche: Un piano casa straordinario a consumo di suolo zero che riconverta a edilizia popolare tutto il patrimonio pubblico, a qualunque titolo pubblico, compatibile con la residenza.
È solo con l’immissione di un numero sufficiente al bisogno di alloggi popolari si può programmare la fine del blocco delle esecuzioni degli sfratti. Siamo in piena pandemia, troviamo soluzioni risarcitorie anche per i proprietari, soprattutto i piccoli proprietari, ma nessuno resti senza casa!


Contributo pubblicato su www.rifondazione.it


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